Dossena, la battaglia dei genitori
per dare un futuro ad Asia

Asia ha quattro anni ed è una bimba disabile grave: cerebrolesa, non parla, non cammina, è ipovedente ed epilettica. La sua è stata riconosciuta come malattia rara. «Dall'ospedale ce l'hanno lasciata con un punto di domanda – dicono i genitori – senza sapere come si potrà curare e quale sarà il suo futuro». Ma papà Roberto Finkelberg, 44 anni, e mamma Monica Cobianchi, 39 anni, residenti in via Gromasera a Dossena, non si sono mai arresi e, con amore infinito, hanno lottato per dare alla piccola Asia tutta l'assistenza possibile.

Anche alla scuola materna, frequentata dallo scorso anno, quando la bimba, in classe, aveva un'assistenza totale: 25 ore grazie all'insegnante di sostegno dell'Ufficio scolastico provinciale e 10 ore di un'educatrice pagata dal Comune. «Lo scorso settembre, due giorni prima l'inizio dell'anno scolastico – racconta mamma Monica – abbiamo avuto la sorpresa negativa. Pensavamo che nulla fosse cambiato rispetto all'anno prima; invece ci viene detto che le ore di assistenza garantite dall'Ufficio scolastico provinciale erano state dimezzate perché nella classe di Asia c'era un nuovo alunno disabile. E, per lo stesso motivo, anche il Comune di Dossena ci comunicò che le ore dell'educatrice da dieci sarebbero diventate cinque».

L'assistenza per Asia passa così, nel giro di un anno, da 35 a 17,5 ore, esattamente la metà. Decisione che i genitori non accettano. «La legge dice che la nostra piccola dovrebbe avere un'assistenza totale per tutte le ore – dicono – e dove non arriva l'istituzione scolastica dovrebbero essere gli enti locali, dal Comune alla Comunità montana, a garantire i fondi».

Roberto e Monica, così, scrivono a Provveditore agli studi, alla Regione Lombardia, al ministero per le Pari opportunità e al prefetto (che poi si è rivolto al Comune sollecitando un'attenzione al caso) chiedendo un loro intervento. E dopo solleciti e richieste riescono ad avere dall'Ufficio scolastico provinciale altre sei ore di assistenza, oltre alle 12,5 assegnate a inizio anno. Così la copertura totale passa a 23,5 sulle 35 ore scolastiche.

«Il resto delle ore in cui non ha assistenza – continua la mamma – in genere porto Asia a casa, sfruttando quel tempo magari per esami e fisioterapia alla bimba. Anche per andare incontro alle insegnanti. Eppure io la retta dell'asilo la pago completamente, comprese le ore in cui Asia non ha assistenza». «Da quando Asia è nata, io sono a casa dal lavoro per maternità – continua Monica, operaia in un'azienda di ristorazione a Milano mentre il marito Roberto lavora alla Sanpellegrino – ma quando il congedo terminerà diventerà sempre più difficile andare avanti. A nostro parere deve essere il Comune a risolvere il problema cercando i fondi o chiedendo ad altri enti per pagare le ore di assistenza non ancora coperte». «L'assistenza ad Asia è un diritto – continuano i genitori – e faremo di tutto affinché ci venga garantito». Giovanni Ghisalberti

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