Mozzanica attende il rientro
della salma di padre Maffi

È ancora all'Istituto di medicina legale di Tunisi il corpo di padre Gianbattista Maffi, il missionario dei Padri bianchi di Treviglio morto nell'incendio che lo scorso 5 gennaio ha distrutto la biblioteca dell'Ibla (Istituto di belle arti arabe) nel quartiere popolare di Makal Ezzam, a pochi passi dalla Medina.

La salma potrebbe arrivare entro la fine della settimana a Mozzanica, paese natale del missionario cinquantaquattrenne, ma non ci sono certezze. Padre Maffi non era solo un apprezzato islamista ma anche un uomo molto amato e stimato. Sabato mattina una folla di fedeli cattolici e musulmani ha gremito la cattedrale di Tunisi per la Messa di suffragio presieduta dal vescovo Maroun Lahham e concelebrata dai sacerdoti cattolici residenti nel Paese nordafricano.

Alla funzione hanno partecipato anche il vescovo anglicano di Tunisi, un rappresentante delle chiese cristiane protestanti e l'ambasciatore italiano. «Padre Gianbattista era un uomo di grande cultura e di fede sincera – ricorda Giacomo Fiaschi, giornalista toscano da 15 anni residente a Tunisi con la famiglia – al quale ero legato da profonda stima e amicizia nata proprio nella cattedrale di Tunisi il giorno in cui, mentre si preparava a dire Messa, mi chiese di leggere un brano del Vangelo».

Da due anni il missionario bergamasco dirigeva la «Bibliotéque de Récerche» dell'Ibla, un centro di dialogo interculturale fra cristiani e musulmani nato agli inizi del Novecento come luogo di studio e formazione per i Padri bianchi e diventato un istituto di riferimento per la conoscenza della cultura araba e il dialogo interculturale.

Maggiori dettagli su L'Eco di Bergamo dell'11 gennaio

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