Il vescovo alle giovani coppie
«Sappiate donarvi l'uno all'altro»

È stato come un pomeriggio trascorso tra i propri cari e conoscenti quello che domenica 24 gennaio le famiglie del vicariato di Alzano-Torre Boldone hanno condiviso con il vescovo Francesco Beschi al cineteatro «Don Bosco» dell'oratorio di Villa di Serio. E non poteva essere davvero altrimenti: monsignor Beschi era stato invitato dalle parrocchie del vicariato proprio per fare insieme il punto sull'attività del Movimento giovani famiglie, che da quasi cinque anni coordina il lavoro dei vari Gruppi famiglie operanti nelle varie comunità parrocchiali.

Il via della giornata alle 15,30, quando il vescovo e gli oltre 300 presenti si sono raccolti in un momento di preghiera e riflessione, al termine del quale le suore e le animatrici hanno portato i bambini alla scuola dell'infanzia per i giochi e la merenda insieme. Per i genitori è iniziata la prima fase dei lavori: un portavoce per ogni parrocchia ha presentato al vescovo la realtà dei Gruppi famiglia esistenti nei vari paesi, illustrando innanzitutto il tipo di cammino intrapreso, ma anche difficoltà comuni ed esperienze positive sulle quali si cerca di insistere. Per quanto riguarda i numeri, sono stati «censiti» 11 gruppi (numero destinato ad aumentare fin dal prossimo futuro con la nascita di nuovi gruppi in alcune parrocchie) composti da un numero variabile di 6-14 coppie, per una totale di oltre 80 giovani sposi coinvolti.

Dalle relazioni è risultata comune a tutti i gruppi parrocchiali la tendenza a ritrovarsi con una cadenza mediamente mensile per un momento di riflessione guidata da un sacerdote, con lettura di un testo sulla base del quale si cerca di mettere sul tavolo le proprie esperienze personali. Terminate le esposizioni dei gruppi parrocchiali, monsignor Beschi ha proposto le proprie riflessioni partendo da una provocazione: «Il matrimonio non lo ha inventato Gesù, ma è un'esperienza universale profondamente umana che non va guardata con sufficienza, ma – ha precisato il vescovo – l'originalità del matrimonio e della famiglia cristiani sta nel fatto che questa esperienza così profondamente umana è attraversata da Cristo, che per il cristiano è la Persona decisiva. Si potrà poi parlare di tutto ciò che gira intorno al matrimonio solo se si partirà da questa sua fondamentale, liberante e salvifica presenza, che non ci rende migliori di altri, ma che ci permette di attingere a una relazione capace di rilanciare continuamente le nostre relazioni».

Il vescovo ha poi sottolineato come la fede stessa in Dio sia in ultima analisi l'essere disposti a una relazione e ha paragonato il rapporto tra due persone che si amano all'Eucaristia: «Così come Gesù ha offerto il proprio Corpo e Sangue, così gli sposi devono cercare di donarsi completamente l'uno all'altro. Il traguardo non deve essere però la perfezione, ma il comprendere che il vero miracolo di Cana non è la trasformazione dell'acqua in vino, ma il fatto che il vino servito ora è più buono di quello servito prima» ha sottolinea monsignor Beschi.

«Se gli sposi, dopo anni e anni di matrimonio sapranno guardarsi e dirsi di amarsi più di prima nonostante tutti i limiti, le tensioni e le difficoltà, questo sarà servire il vino buono, questo il vero miracolo di Cana. Sono tutti capaci, infatti, di servire solo all'inizio il vino buono». Al termine dell'incontro il vescovo ha concelebrato la Messa delle 18,30 animata dalle famiglie nella chiesa prepositurale di Villa di Serio, alla quale erano presenti anche don Franco Gherardi, prevosto di Villa di Serio, monsignor Edoardo Algeri, direttore dell'Ufficio diocesano per la pastorale della famiglia e il vicario, monsignor Leone Lussana. A.L.

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