Aeroporto, chiude Agripromo
e arriva il fast food McDonald’s

In aeroporto chiude Agripromo e apre McDonald’s. Il formai de mut e la «loanghina de la bergamasca» lasciano il posto a cheeseburger e patatine. Il punto vendita dei prodotti tipici della società della Provincia ha abbassato le saracinesche, mentre, nella zona imbarchi, è sbarcata la catena dei fast food americana. Con uno strascico in via Tasso e in Regione, dove il consigliere leghista Daniele Belotti invita «la direzione di Sacbo (società di gestione dello scalo), in vista dell’apertura della nuova ala dell’aeroporto, a destinare almeno uno spazio commerciale nell’aerostazione e un altro nell’area imbarchi alla vendita e somministrazione di prodotti enogastronomici e artigianali locali, per avere una vetrina turistica per valorizzare il territorio».

Del caso si è discusso anche in Provincia: la prima Commissione provinciale ha incontrato i vertici di Agripromo, per fare il punto sulla società. Quello dipinto dal presidente di Agripromo Carlo Mangoni non è certo un scenario positivo, anche se qualche iniziativa per fare in modo che Agripromo continui a valorizzare i prodotti tipici della nostra terra sembra già che possa essere messa in campo.

A far soffrire le casse della società sarebbe prima di tutto – così come dichiarato dal presidente Mangoni – una minore entrata di contributi. «Siamo passati da 200 mila euro del 2008 a 120 mila euro nell’anno successivo – ha spiegato – anche se a gennaio dello stesso anno erano stati preventivati circa 100 mila euro in più».

Ma a pesare sulle casse della società sono anche le mancate entrate derivanti dalla chiusura del punto vendita nell’aeroporto di Orio al Serio. La società, non rispondendo ad alcuni criteri, non aveva partecipato al bando aperto da Sacbo, la società che si occupa della gestione dello scalo bergamasco, rimanendo così esclusa dalla possibilità di poter continuare a gestire il punto vendita.

«Inoltre – dichiara Mangoni –, la riorganizzazione interna all’aeroporto negli ultimi mesi aveva inciso sul calo delle vendite in quanto il punto vendita non era più in una posizione di forte passaggio. Ora con la chiusura dovremo fare a meno delle entrate derivanti dalle vendite, con un’incidenza sul nostro bilancio del 30-35% circa».
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