Mons. Amadei, nel testamento spirituale
«il grazie ai molti che mi hanno aiutato»

Oggi ricorre il trigesimo della morte del vescovo mons. Roberto Amadei, morto il 29 dicembre scorso. Saranno celebrate due Messe di suffragio. La prima, alle 18, nella Cripta dei Vescovi della Cattedrale, in Città Alta, sarà officiata dal vicario generale della Diocesi, don Davide Pelucchi. La seconda, invece, alle 20.30, nella chiesa parrocchiale di Pognano, sarà presieduta dal vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi.

E prorio in occasione del trigesimo della morte di monsignor Roberto Amadei, spirato alle 9.40 del 29 dicembre scorso nella sua stanza nella sede dei preti del Sacro Cuore, è stato svelato il suo testamento spirituale.

Eccolo.

«Unito a Gesù Cristo e nello Spirito Santo ringrazio il Padre, datore di ogni bene, per le innumerevoli grazie con le quali ha arricchito la mia esistenza: la vita, la fede, la vocazione sacerdotale, l’impegno in seminario, l’episcopato, i molteplici incontri pastorali.

Affido all’infinita misericordia divina le mie numerose colpe, soprattutto quelle legate allo stupendo e tremendo incarico pastorale e alla guida della diocesi di Savona-Noli e di Bergamo.

Spero soltanto nella Sua indicibile bontà perché di mio non ho nulla, anzi ho molti peccati.

Chiedo perdono a quanti sono stati scandalizzati dal mio comportamento o sono stati offesi dalle mie parole, dalla mia poca delicatezza nel tatto, dalla mia dimenticanza: pregherò per loro.

Ringrazio i moltissimi che mi hanno edificato ed aiutato. Ringrazio i miei fratelli per le attenzioni verso di me, in particolare la sorella Maria per la cura materna verso Mario; ringrazio i nipoti (specialmente Ferruccio) per il bene che mi hanno voluto e a tutti raccomando la vita cristiana e per tutti prometto un ricordo presso il Signore.

Ringrazio i vescovi del mio sacerdozio e miei predecessori (mons. Piazzi, mons. Gaddi, mons. Oggioni e il mio successore Francesco) e Mons. Paravisi e Belotti, i carissimi colleghi e gli amati alunni del seminario, i confratelli nel sacerdozio che mi hanno accolto con pazienza ed edificati per la generosità. Grazie ai religiosi, alle religiose e agli Istituti secolari; grazie alle numerose persone che ho incontrato e che mi hanno regalato la loro amicizia. Grazie alla diocesi di Savona-Noli che, sia pure per breve tempo, ho amato e continuato a ricordare nella preghiera.

Grazie alla stupenda diocesi bergamasca che mi ha generato alla fede, al sacerdozio, all’episcopato e che ho cercato di servire come presbitero e come vescovo.

È molto di più quello che ho ricevuto da questi stupendi incontri rispetto al poco che ho donato. Chiedo a tutti i carissimi fedeli di portarmi nelle loro preghiere e di presentarmi alla misericordia del Signore. Ho amato moltissimo i fratelli nella fede e figli nella guida pastorale: il Signore ricompensi tutti copiosamente, e, per parte mia, cercherò di supplire con la preghiera il poco che ho dato e le molte deficienze.

Sento di non dover perdonare nessuno perché da tutti ho ricevuto più di quanto meritassi. Sono contento di essere sacerdote e vescovo, anche se questo ufficio mi è costato molto e anche atterrito. Mi rammarico di non aver trafficato convenientemente le numeroso grazie che il Signore mi ha continuamente regalato.

Mi affido alla sua misericordia: ho le mani vuote, o Padre, e mi metto nelle tue mani paterne e, per i meriti di Gesù Cristo e l’opera di intercessione della Vergine Santissima e dei carissimi fratelli nella fede, spero di poterti ringraziare in eterno in unione con coloro che mi hanno già preceduto, soprattutto dei miei genitori, i miei predecessori e coloro che ho incontrato nel mio ministero.

Ringrazio il Sommo Pontefice per la fiducia dimostrata nei miei confronti, riconfermo la mia fedeltà alla Santa Chiesa e al Vicario di Cristo; offro la mia vita per l’amata e stupenda chiesa bergamasca.

In Cristo e abbandonandomi alle mani materne di Maria Santissima e dei Santi bergamaschi, in particolare della Beata Pierina Morosini e del Beato Luigi Palazzolo, dico grazie al Padre e a Lui affido la mia povera esistenza».


+ Roberto Amadei

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