Il Patronato San Vincenzo in festa
nel ricordo di don Bepo Vavassori

«Il vescovo Roberto ci ha raccomandato gli adolescenti, voleva che noi puntassimo le nostre forze in questa direzione, perché sosteneva che i giovani sono il futuro. Aveva ragione. Così cerchiamo e cercheremo sempre più di fare. Qui al Patronato ci sono cinquecento ragazzi che frequentano i corsi di formazione professionale. Sono il nostro tesoro».

Don Giuseppe Bracchi è superiore del Patronato San Vincenzo dal 2001, Patronato che in questo anno vive una fase di trasformazione nel suo impegno per aiutare gli ultimi, ma soprattutto i giovani come nella sua tradizione, nelle sue radici sviluppate con la guida di don Bepo Vavassori che ne fu superiore dal 1927 al 1975, anno della morte.

Quando don Bepo ne prese la guida, il Patronato, fondato dal conte Felice Colleoni, contava undici orfani. Alla fine degli Anni Trenta erano diventati diverse centinaia. Erano orfani, poveri. Don Bepo sapeva che non poteva dire mai di no, che non si poteva chiudere la porta davanti a un bambino bisognoso. E allora ampliava il Patronato di via Gavazzeni, fondava altri istituti a San Paolo d’Argon, a Sorisole, Clusone.

Venerdì vengono celebrati i trentacinque anni della morte di don Bepo Vavassori con un programma semplice che comincia domenica alle 18,30 con la Messa in ricordo di San Giovanni Bosco. Era un appuntamento a cui don Bepo teneva tantissimo perché don Bosco era il suo punto di riferimento: a San Giovanni Bosco don Bepo si rivolgeva, si ispirava per la sua pedagogia, per il suo modo di organizzare la vita del Patronato, la gestione di oltre mille ragazzini, a un certo punto.

Lunedì ci sarà la pesca di beneficenza nei saloni del bar dalle 8 alle 12 e dalle 13 alle 16,45. Giovedì il vescovo Francesco Beschi visiterà il Centro di formazione professionale, incontrerà gli allievi. Venerdì alle 17 in sala Papa Giovanni l’incontro di ricordo di don Bepo, alle 18 la Messa presieduta da monsignor Beschi, con il coro diretto dal maestro Benigni; alla 19,30 la cena conviviale. Infine sabato alle 21 nell’auditorium della Casa del giovane il concerto degli «Aironi Neri», cover band dei Nomadi.

Tutte le iniziative si terranno nella sede del Patronato in via Gavazzeni. Ha detto don Bracchi: «È importante che alla nostra festa partecipi il vescovo Francesco, che venga a celebrare la Messa, ma anche a visitare la nostra scuola, che incontri i nostri ragazzi. I ragazzi sono i protagonisti anche della nuova iniziativa, la Piazza del Patronato, un tentativo di andare oltre gli orari scolastici, di offrire servizi, la mensa, l’assistenza dopo la scuola, i laboratori per il tempo libero. Un’offerta che si apre alla città, riguarda gli adolescenti per esempio dei gruppi, degli oratori che vengono da noi per esperienze di convivenza».

Il Patronato ospita la comunità Ruah per gli stranieri, collabora con il Triciclo, con il Nuovo albergo popolare. Gestisce la Casa del giovane che offre ospitalità a giovani operai, studenti, ragazzi che arrivano soprattutto dal Sud Italia. Ma una delle attività più importanti è quella del Centro studi su don Bepo Vavassori, il centro che in questi tre anni ha raccolto materiale e testimonianze sul sacerdote che è stato l’anima del Patronato.

Dice don Bracchi: «La raccolta di materiale è arrivata a buon punto. Adesso abbiamo l’idea di pubblicare i diari di don Bepo. Poi penseremo a promuovere l’eventuale causa di beatificazione». Dice il presidente dell’associazione ex allievi del Patronato, Mario Cavallini: «La raccolta di testimonianze è a buon punto, ma è importante poter raccogliere altro materiale sulla vita di don Bepo. Chiunque lo avesse conosciuto, avesse qualcosa da comunicare dovrebbe entrare in contatto con il Patronato, con il Centro studi».
 P. A.

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