Etiope trovato morto sul binario
Giallo alla stazione di Treviglio

«A me sembra il corpo di qualcuno, ma non voglio avvicinarmi perché ho paura». Il primo a notare qualcosa di strano tra le due rotaie del binario 5, sabato mattina 6 febbraio alla stazione Centrale di Treviglio, è stato un passeggero che viaggiava su un convoglio sul binario accanto. Sceso alla stazione ha raggiunto la sede della polizia ferroviaria e ha riferito quanto aveva intravisto dal finestrino.

Gli agenti sono andati nel punto indicato dal passeggero e scoperto che, in effetti, steso tra le due rotaie c'era proprio il corpo senza vita di una persona. Supino, presentava una contusione sul lato posteriore destro della testa. Per il resto il corpo era intatto: nessun segno che lasciasse pensare a un investimento da parte di un convoglio in transito.

Anche per questo gli inquirenti propendono per l'ipotesi di una morte violenta: Daniel Teferi - che avrebbe compiuto 36 anni venerdì prossimo, nativo dell'Etiopia, era regolare in Italia e faceva l'operaio a Milano, dove abitava - sarebbe stato colpito al capo con un corpo contundente e poi sarebbe caduto sul binario.

Meno probabili, invece, l'ipotesi della caduta accidentale sul binario (la banchina non è molto alta), quella del gesto estremo, così come l'eventualità che l'etiope sia stato urtato da un treno in transito e poi caduto sul binario (anche in questo caso il corpo avrebbe presentato ferite diverse).

Forse Teferi ha litigato con qualcuno, oppure è stato aggredito: vicino al luogo dove è stato trovato senza vita c'è un cumulo di materiali inerti. Proprio da lì potrebbe essere stata presa la spranga in ferro con cui l'immigrato sarebbe stato colpito.

Risposte più certe si avranno comunque dall'autopsia, disposta dal sostituto procuratore titolare dell'inchiesta, Maria Mocciaro: l'esame verrà eseguito lunedì pomeriggio dal dottor Zeno Di Battista, dell'Istituto di medicina legale di Verona, nella camera mortuaria del cimitero di Treviglio, dove sabato, al termine dei rilievi, è stata portata la salma dell'etiope.

Gli aspetti da chiarire sulla vicenda sono diversi. Daniel Teferi era partito da Milano sabato mattina, molto presto, per raggiungere una sorella che vive a Bergamo. Sceso alla Centrale di Treviglio, forse per cambiare treno e prendere il convoglio per Bergamo, non è mai più uscito dalla stazione.

Soltanto pochi minuti dopo le 10 il suo corpo è stato notato dal passeggero che ha subito avvertito la Polfer. Nessuna parte del corpo dell'immigrato scavalcava le rotaie: il cadavere era perpendicolare in mezzo al binario. L'unico evidente segno era la profonda ferita al capo, dalla quale era uscito del sangue.

Fosse stato investito da un treno - hanno spiegato gli inquirenti - le ferite sarebbero diverse e molte di più. La ferita alla testa era profonda, compatibile con un colpo di spranga. La Polfer ha interrotto il traffico ferroviario sui binari 5 e 6, mentre gli agenti del commissariato di polizia hanno isolato la zona per consentire alla Scientifica di eseguire i rilievi.

Il corpo si trovava all'altezza del punto in cui si concludono le banchine e dove è prevista la realizzazione di un nuovo sottopasso pedonale, attualmente non ancora terminato: in pratica il punto più a Est della stazione.

Il caso è gestito dalla Polfer di Treviglio e dalla polizia giudiziaria della Polfer di Milano, competente per tutto quello che accade lungo le tratte ferroviarie. I rilievi durano diverse ore. L'etiope ha in tasca il portafogli e i documenti: escluse le ipotesi dell'incidente e quella del suicidio, sembra così passare in secondo piano anche l'eventualità che l'immigrato possa essere stato aggredito a scopo di rapina.

La morte risalirebbe, stando ai primi rilievi sul cadavere, a tre ore prima del ritrovamento: attorno alle 7, dunque, quando la stazione era ancora in parte avvolta dall'oscurità. Cosa sia successo sulla banchina del binario 5 resta un mistero.

Gli inquirenti trovano una mazza di ferro, di quelle utilizzate nei cantieri e lunga poco meno di un metro: ci sono tracce di una sostanza rossa, che potrebbe anche essere sangue. Soltanto le analisi, comunque, daranno una risposta.

L'autopsia di lunedì chiarirà anche se la lesione al capo - quasi senza dubbio la ferita che ha provocato la morte dell'immigrato - è compatibile con la mazza che è stata sequestrata dalla Polfer. Dai primi rilievi la ferita - un foro stretto e profondo - non sarebbe invece compatibile con un colpo di proiettile.

Sarà inoltre da chiarire se il trentacinquenne sia caduto sui binari e finito nella posizione in cui è stato trovato sempre a causa della botta in testa, oppure se sia stato messo sul binario dalla stessa persona che l'avrebbe colpito, forse pensando che il passaggio di un treno avrebbe cancellato - o perlomeno confuso - le tracce dell'aggressione: ma sul binario 5 non sono più transitati treni fino a quando il corpo di Daniel è stato ritrovato.

Inoltre, mentre sul piazzale esterno alla stazione è presente un sistema di videosorveglianza, i binari non sono controllati dalle telecamere. Anche per questo le indagini sembrano piuttosto complesse. Sabato pomeriggio la Polfer ha ascoltato la sorella e alcuni amici della vittima, che hanno confermato che ieri Daniel doveva recarsi a Bergamo. Ora resta da chiarire se davvero è stato ammazzato, il perché e soprattutto da chi.
 Fabio Conti

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