Aeroporti: «No a nuovi modelli»
Per Ratti serve un sistema unico

«Non c'è un nuovo modello da costruire, ma una collaborazione da mettere finalmente in atto, che veda il sistema milanese di Malpensa e Linate in rete con lo scalo di Bergamo e il sistema degli aeroporti del Garda». Leggi i litigiosi vicini di casa di Brescia e Verona. Mario Ratti, presidente della Sacbo – società che gestisce l'aeroporto di Orio al Serio – sceglie la platea della Mobility conference di Milano per (ri)lanciare un appello alla collaborazione tra scali all'insegna della specificità di ognuno.

«Il territorio lombardo, unitamente a realtà limitrofe pressoché omogenee, necessita di un sistema aeroportuale coerente con le impostazioni e vocazioni che hanno fin qui contraddistinto lo sviluppo dei singoli scali» rileva: «Pertanto siamo chiamati a valorizzare le infrastrutture, ragionando in termini di specificità e accantonando qualsiasi logica campanilistica. Prova ne è l'ottima collaborazione in atto tra Sea e Sacbo, maturata in ambito di partecipazione azionaria ma non solo, a dimostrazione della volontà di perseguire il confronto leale basato su intesa e sviluppo».

Concetti che vedono d'accordo Giuseppe Bonomi, presidente della Sea: «Siamo chiari, sbaglia chi dice che Milano e Bergamo si fanno concorrenza: dobbiamo lavorare per la costruzione di una piattaforma industriale unica, guardando con interesse alle realtà di Verona e Montichiari, valorizzando le specificità di ogni scalo». Smettendo anche di lavorare secondo vecchi schemi: «Sta cambiando in modo radicale la tipologia del mercato: la penetrazione dei low cost è inarrestabile».

Lo sa benissimo Orio che sulla partnership con Ryanair ha costruito la sua escalation, e lo sa bene anche Malpensa che dopo il dehubbing di Alitalia ha dovuto inventarsi un modello di compresenza tra vettori tradizionali e low cost, nello specifico Easyjet. E a sentire Bonomi deve essere funzionato bene, visto che «la gestione futura degli scali non potrà prescindere dall'integrazione di un network di differenti vettori». D'accordo Ratti: «L'affermazione dei low cost non costituisce impedimento allo sviluppo del traffico da parte delle compagnie aeree con profilo tradizionale».

Né una sfida a chicchessia: «Il movimento di passeggeri sviluppatosi ad Orio è da considerarsi traffico aggiuntivo che si addiziona a quello di Malpensa e Linate». Un'ottica di sistema, quindi, fermo restando che se il trend incrociato ascesa-discesa Orio-Linate si confermerà nel 2010, lo scalo nostrano diventerà il terzo del Paese. E fermo restando che per far tornare Malpensa un hub servirà tempo e l'esito è del tutto imprevedibile. Una certezza ce l'ha Roberto Zucchetti, coordinatore area economia e politica dei trasporti Certet della Bocconi: «Se ci sarà questa possibilità avverrà con un vettore extraeuropeo, perché quelli del nostro continente sono già tutti accasati». Un altro punto fermo lo mette il direttore del Certet, Lanfranco Senn: «In Lombardia serve cooperazione e una strategia congiunta, perché c'è spazio per una pluralità d'accessi e possibilità di crescita per tutti. Ma servono strategie positive e non veti».

Quello che per il momento non pare ancora accadere ad Est: lunedì prossimo è atteso il parere del Consiglio di Stato sulla concessione a Verona per la gestione dello scalo di Montichiari. I ricorrenti (i bresciani di Abem) non sembrano per nulla intenzionati a ritirare il ricorso dopo essersi aggiudicati il primo punto al Tar. Se gli scenari non cambiano da qui ad una settimana, lo spauracchio della gara europea si fa sempre più a portata di mano. E sarebbe un peccato, conclude Ratti: «Il sistema lombardo non può permettersi di scadere nella sterile attesa mentre i numeri e le proiezioni analitiche indicano lo straordinario potenziale di crescita che maturerebbe attraverso l'alleanza strategica estesa a Est».
Dino Nikpalj

© RIPRODUZIONE RISERVATA