«Serenissima», asta deserta
Provincia, un buco da 61 milioni

Se l'aspettavano, ma l'orizzonte ora si fa davvero gramo. I precedenti non lasciavano presagire nulla di buono, e martedì c'è stata la conferma delle previsioni già non rosee. Alle 12 si è chiusa l'asta per la messa in vendita, in blocco non divisibile, di 266.326 azioni della società autostradale Brescia-Padova, la cosiddetta Serenissima. Insieme a quella detenuta da Provincia, Comune e Camera di Commercio di Vicenza, Provincia e Comune di Padova e Venezia, c'era anche (in toto) la quota della Provincia di Bergamo, che alle casse di via Tasso doveva fruttare 31 milioni di euro. Invece nisba, ancora una volta non è arrivata nessuna offerta, un duro colpo al bilancio della Provincia.

Ora via Tasso è a un bivio, come spiega il presidente Ettore Pirovano: «Appena ho saputo l'esito della gara ho parlato col presidente della Provincia di Vicenza, Attilio Schneck, che è anche presidente della Serenissima, col quale avrò un incontro, a Vicenza o Verona, nei prossimi giorni. Le alternative sono due: continuare le aste al ribasso, ma sarebbe uno sperpero, oppure mettere in "freezer" le azioni in mano pubblica, usandole come garanzia per ottenere un prestito ponte dalle banche. Ci sembra la strada migliore, altrimenti non sappiamo proprio dove prendere i soldi per il Bilancio».

Il «prestito ponte» servirebbe per onorare gli impegni già presi dalla Giunta Pirovano. In primis acquistare le quote Sacbo (società di gestione dell'aeroporto di Oro al Serio) lasciate libere da Sea e ritirate dalle banche e dalla Camera di commercio, in attesa proprio che Provincia e Palafrizzoni recuperassero le risorse necessarie. A questo scopo servivano 9,6 milioni di euro.

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