Regionali, fuori la lista Formigoni
Corsaro: «Ricorreremo al Tar»

La Corte d'Appello di Milano non ha ammesso la «Lista per la Lombardia» di Roberto Formigoni alle elezioni regionali lombarde, respingendo il ricorso presentato dalla stessa lista contro il precedente provvedimento di esclusione. Questo significa che la candidatura di Roberto Formigoni e di tutta la lista del Pdl in Lombardia sono, al momento, nulle. La decisione della Corte di appello è comunque appellabile al Tar ed, eventualmente, al Consiglio di Stato.

Intenzione che è già stata confermata da Massimo Corsaro, vice coordinatore regionale del Pdl in Lombardia: «Adesso potremo ricorrere al vero e proprio secondo grado - ha detto Corsaro - che è il ricorso al Tar. Siamo assolutamente sereni delle nostre controdeduzioni perché sono confortate da una sentenza del Consiglio di Stato che in questo caso difficilmente potrà smentire se stesso».

«Rispetteremo la decisione della magistratura»: Antonio Di Pietro afferma che l'Idv non presenterà ricorso in caso di accoglimento della richiesta di ammissione delle liste del centrodestra escluse in Lazio e Lombardia. «A noi piace vincere sul campo - spiega - e non a tavolino per gli errori, le pacchianate e le anomalie nella presentazione delle liste degli altri. Ci auguriamo che serva da lezione e dia umiltà a questi signori che si sono arrogati il diritto di non rispettare la legge».

«L'ufficio centrale regionale non ha fatto altro che riconoscere doverosamente l'invalidità di troppe firme del Listino di Formigoni. Si tratta di un atto dovuto»: così il radicale Marco Cappato ha commentato la conferma dell'esclusione della lista Formigoni dalle prossime elezioni regionali in Lombardia. Proprio dopo un esposto della lista Bonino Pannella è arrivata l'esclusione della lista legata al presidente uscente della Regione.

«Quello che sta accadendo è ormai sotto gli occhi di tutti. La cosiddetta 'battaglia per la legalita" sta diventando un pretesto selettivo per far fuori il Pdl, e solo il Pdl. È un fatto gravissimo, che comprime in modo enorme i diritti fondamentali di tutti gli elettori». Lo afferma Daniele Capezzone, portavoce del Pdl.

«Credo che un presidente uscente, una coalizione come la nostra non possa essere fermata in questa maniera»: Davide Boni, capodelegazione della Lega Nord in Regione Lombardia, commenta così la decisione della Corte d'appello di Milano di confermare l'esclusione di Roberto Formigoni, e di Pdl e Lega, che lo appoggiano dalle prossime regionali. «Ora - osserva Boni - si va al Tar. Credo che la democrazia non si fermi per qualche errore formale. Si va avanti: la macchina è lanciata».

«Ci sono sedi istituzionali che devono giudicare, aspettiamo serenamente che finiscano queste pratiche». Lo ha affermato il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, commentando la decisione della Corte d'appello di Milano che ha confermato l'esclusione delle elezioni regionali della lista di Roberto Formigoni. «Non cerchiamo avvenimenti che possano turbare la fisiologia delle elezioni - ha aggiunto Bersani a margine del XV congresso della Uil - ma ci sono regole uguali per tutti a cui tutti devono richiamarsi. Bisogna rimettersi alle procedure di garanzia che la legge fissa a iosa».

«O il simbolo della Lega sarà presente dove abbiamo deciso di candidarci o tanto vale non presentarci alle elezioni perchè non sarebbero valide». È quanto ha affermato il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli.

Il Pdl non solo ha il diritto ma anche il "dovere" di ricorrere al Tar contro la decisione della Corte d'appello di Milano di non ammettere alle prossime elezioni Roberto Formigoni e la coalizione di centrodestra: Savino Pezzotta, candidato presidente dell'Udc per la Lombardia, ne è convinto. «È giusto il riscorso al Tar, il Pdl più che il diritto ha il dovere di farlo per rispondere ai propri elettori - ha osservato l'ex segretario della Cisl -. È evidente che noi preferiamo una competizione voto su voto e auspichiamo che non si giunga ad una soluzione politica».

La decisione della Corte d'Appello - La Corte d'Appello di Milano nel riesaminare la presentazione della lista ha preso atto del fatto che i delegati hanno consegnato 3935 firme di cui 514 "autenticate in modo ritenuto irregolare". Tuttavia, si legge nella decisione della Corte d'Appello «procedendo a ulteriori controlli, a fronte del dichiarato numero di presentatori (3935), l'ufficio ha conteggiato in effetti un minor numero di sottoscrizioni prodotte, pari a 3872, e in questo ambito, ha ritenuto valide 3628 sottoscrizioni».

La Corte d'Appello ha inoltre specificato che "da quest'ultimo numero e non da quello, maggiore, indicato in sede di deposito" che devono essere "detratte le firme, le cui autentiche sono già stata ritenute invalide dall'ufficio e che i ricorrenti chiedono ora di riconsiderare". Ovvero, la Corte d'Appello di Milano ha confermato che 514 delle firme presentate non erano state prese regolarmente e che a una seconda analisi della documentazione presentata dai delegati della lista di Roberto Formigoni, il numero delle firme ritenute valide e' ancora inferiore, pari a 3250, una cifra inferiore a quella prevista dalla legge (pari a 3500 firme).

Infine, ricorda la Corte d'Appello, la lista non puo' essere ammessa anche perchè "i termini per la presentazione delle liste previsti dal legislatore sono all'evidenza perentori, mentre la natura specifica dell'atto di autenticazione preclude qualsiasi intervento successivo sul contenuto del medesimo". Quello che i giudici Domenico Bonaretti, Valter Colombo e Vincenzo Barbuto intendono è che la lista andava presentata entro una data fissata per legge e che il numero delle firme doveva essere a quella data superiore a 3500 e non c'e' possibilita' di depositare successivamente nuova documentazione.

I ricorsi - Il ricorso dovrà essere proposto davanti al Tribunale amministrativo regionale; il successivo grado di giudizio compete, con decisione irrevocabile, al Consiglio di Stato. Trattandosi di materia elettorale, i tempi per le decisioni sono ridotti. In ogni caso, alle liste, in caso di riammissione, dovrà essere garantito un termine minimo per lo svolgimento della campagna elettorale con la possibilità, se la decisione arrivasse nell'imminenza del voto, di un rinvio delle elezioni (come è già accaduto alcune volte in passato).

Un ulteriore problema si pone, dal punto di vista giuridico, per la lista Pdl per la provincia di Roma: non essendo, di fatto, stata mai presentata per il ritardo dei rappresentanti, se il Tar decidesse per l'ammissione, dovrebbero essere riaperti i termini per la presentazione della lista stessa.

I giudici della corte d'appello di Milano giovedì fisseranno la data del sorteggio per definire la posizione delle varie liste presentate sulla scheda elettorale e sui manifesti. Da quanto si è saputo il sorteggio dovrebbe avvenire già tra venerdì e sabato senza però la lista del governatore della Regione Lombardia e le altre a lui collegate. Se dovesse però arrivare la sospensiva del Tar che in questo caso riaccoglierebbe la lista esclusa dovrebbe essere fatto un nuovo sorteggio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA