Bergamo, 4 mila in corteo
per lo sciopero della Cgil

Sono stati più di quattromila, secondo la Cgil, i lavoratori che hanno preso parte venerdì mattina,12 marzo, al corteo organizzato a Bergamo nell'ambito dello sciopero generale proclamato dal sindacato per fisco, crisi economica, difesa dell'occupazione e tutela degli immigrati.

Sono stati più di quattromila, secondo la Cgil, i lavoratori che hanno preso parte venerdì mattina,12 marzo, al corteo organizzato a Bergamo nell'ambito dello sciopero generale proclamato dal sindacato per fisco, crisi economica, difesa dell'occupazione e tutela degli immigrati.

I lavoratori sono partiti da piazzale Marconi verso le 10, a Porta Nuova hanno svoltato in via Camozzi incamminandosi su un percorso alternativo proprio perché il corteo era molto numeroso, più numeroso di quanto lo stesso sindacato si aspettasse: sono passati dalla sede di Confindustria, della Prefettura e della Provincia e hanno raggiunto piazza Vittorio Veneto. Atmosfera tranquilla e pacifica, anche se ci sono state conseguenze per il traffico.

Alle 11, è salito sul palco per il comizio Luigi Bresciani, segretario generale della Cgil di Bergamo. Ecco una sintesi del suo intervento: «Questo governo è un pericolo per la democrazia con i suoi continui strappi alle regole, è un comitato d'affari che continua a crreare danni per la civiltà politica e giuridica. Ci vuole un atto di coraggio per difendere la democrazia e la costituzione. Servono nuove prospettive di governo che diano più garanzie e mettano seriamente mano alla crisi dell'economia. Peccato che in un'occasione come questa non ci sia stata l'unità dei sindacati».

Ha parlato anche Oriella Savoldi della segreteria regionale della Cgil: «C'è bisogno di più Stato, di uno Stato in cui a uguali doveri corrispondano uguali diritti. Il governo attuale sta smantellando i nostri diritti. Siamo preoccupati, il governo spera di sfruttare la nostra preoccupazione per piegarci, ma non ci riuscirà»

Nel corteo anche Ezio Locatelli (Federazione Sinistra) e  Maurizio Martina, segretario del Pd lombardo. Locatelli ha commentato: «L'affluenza è sicuramente confortante, spero che la manifestazione della Cgil sia soltanto la prima tappa di un percorso che dia risposte molto forti contro il decreto del governo sul contratto individuale». Martina: «Siamo qui perché va sostenuta ogni iniziativa che tiene alta l'attenzione sui temi del lavoro e dell'economia e che possa spingere il governo ad aiutare le fasce più deboli della società»

Il Dipartimento della Funzione pubblica, che in base all'articolo 5 della legge 146/1990 riceve dalle singole amministrazioni i dati sulla partecipazione effettiva dei loro dipendenti agli scioperi, comunica che alle 12,30 la percentuale dei lavoratori pubblico impiego che hanno partecipato allo sciopero generale indetto oggi alla Cgil risulta essere pari al 9,51%. In particolare, l'adesione è stata dell' 8,87% nel comparto Ministeri, del 10,09% nel comparto Scuola e del 4,68% nel comparto Regioni ed Enti locali. Le percentuali sono state calcolate come sempre sul personale assegnato, escluso - ove comunicato - quello assente per motivi diversi dallo sciopero (ferie, malattia, ecc.). 

Questo dato appare in linea con quelli registrati in occasione dei precedenti scioperi indetti dalla Cgil. Allo sciopero del pubblico impiego dello scorso 11 dicembre hanno infatti aderito il 9,35% dei lavoratori (159.828 su 1.898.113), allo sciopero generale del 12 dicembre 2008 presero parte il 9,62 per cento dei lavoratori (157.881 su 1.832.143) e a quello di comparti vari tenutosi il 13 febbraio 2009 addirittura solo l'8,51 per cento dei lavoratori (64.230 su 889.143).

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