Fara d'Adda, solvente nella falda
Il sindaco: «L'acqua è potabile»

Non si sa ancora se sia stato uno sversamento casuale o se l'azienda responsabile stia ancora scaricando nella falda acquifera di Fara d'Adda tetracloroetilene. Fatto sta che questa sostanza chimica altamente nociva utilizzata nelle lavorazioni industriali ha già raggiunto i pozzi pubblici che distribuiscono acqua potabile nelle abitazioni.

Valori tre volte superiori al limite fissato dalla norma sono stati trovati nel pozzo pubblico in via Dante per il quale Cogeide, la società che gestisce la distribuzione dell'acqua, la settimana scorsa ha deciso lo spegnimento fino a lunedì. Entro tale giorno verrà installato un filtro a carboni attivi ritenuta la soluzione più idonea, una volta riacceso il pozzo, per depurare l'acqua da ogni traccia di tetracloroetilene.

Prevista l'installazione di un filtro anche per i due pozzi pubblici che si trovano in via Gorizia: anche qui sono state infatti trovate tracce della sostanza chimica anche se con valori inferiori al limite fissato dalla legge. Il Comune mercoledì mattina emetterà un comunicato per fare chiarezza sulla situazione ma soprattutto per tranquillizzare tutti i residenti: «Allo stato attuale - spiega il sindaco Valerio Piazzalunga - l'acqua distribuita nelle abitazioni è potabile».

Nessuna traccia di tetracloroetilene è stata invece trovata nel pozzo pubblico che si trova nella frazione Badalasco. La situazione non è comunque da sottovalutare. Lo dimostra anche la tempestività con cui Cogeide è intervenuta.
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