Crisi, a Bergamo meno risparmi
e più difficoltà nel pagare i prestiti

Bergamo rispetto alla stragrande maggioranza delle province italiane va controcorrente in tema di depositi delle famiglie, mentre per quanto riguarda le sofferenze bancarie (i pagamenti «ritardati» dei prestiti) delle stesse registra un netto incremento percentuale rispetto al passato e quasi doppio di quello medio italiano.

Il quadro emerge dalle elaborazioni effettuate dal centro studi Sintesi per il Sole 24 Ore su dati Banca d'Italia: un confronto tra il periodo precedente e successivo alle disavventure finanziarie originate dai crack statunitensi del settembre 2008. La Bergamasca è una delle poche province italiane ad aver visto scendere la percentuale media per trimestre dei risparmi accantonati dalle famiglie dopo i vari fallimenti registrati oltreoceano e che hanno avuto il loro culmine con la bancarotta dell'allora colosso bancario Lehman Brothers.

Solo il +1% la variazione trimestrale registrata a Bergamo nel periodo post-crack Lehman (ci piazziamo al 10° posto tra le crescite minori, quindi al 98° posto tra le 107 province analizzate) rispetto al +2,3% messo in cassaforte nel periodo antecedente il fallimento. La media nazionale va invece in direzione opposta, crescendo del 2.2% rispetto all'1,5% registrato nei mesi antecedenti la crisi.

Se da un lato Bergamo vede rallentare la corsa delle famiglie ai depositi bancari, sul fronte delle sofferenze e delle richieste di finanziamenti è l'esatto contrario. Dati che segnalano una forte difficoltà delle famiglie quanto meno nel stare al passo con i pagamenti. In tema di sofferenze, Bergamo ha registrato un'autentica impennata, passando dal -36,4% del periodo pre-crack (circa 252 milioni di euro a fine 2007) al +55.5% registrato da ottobre 2008 a fine 2009 (circa 249 milioni di euro rispetto ai circa 160 milioni del 30 settembre 2008).

Tutti i dettagli su L'Eco di Bergamo del 19 marzo

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