Piazzolo ricorda il giudice Galli
«Esempio per i magistrati di oggi»

La comunità di Piazzolo ha ricordato sabato il trentesimo anniversario dell'omicidio del giudice Guido Galli, ucciso il 19 marzo 1980 a Milano da un commando di Prima linea alla Statale, dove insegnava Criminologia. «Non è stata una morte vana, perché ha fatto germogliare i suoi frutti: nella tragedia si è sprigionata un'energia di vita migliore, bella e più umana di cui oggi ne sono testimoni i figli».

Parole di speranza, pronunciate durante l'omelia da monsignor Carlo Mazza, vescovo di Fidenza, amico della famiglia Galli e parroco di Piazzolo dal 1974 al 1982. Il piccolo centro dell'Alta Valle Brembana conserva le spoglie del magistrato che in paese era conosciuto da tutti perché trascorreva con la famiglia momenti di riposo e vacanza nella casa di proprietà dei nonni materni.

Alla manifestazione era presente un centinaio di persone. Tra i numerosi sindaci dell'alta Valle anche i familiari del giudice: la moglie Bianca Berizzi e i figli Alessandra, Carla, Giuseppe, Paolo e Riccardo. «Era un uomo del futuro e per questo l'hanno ammazzato - ha detto durante l'omelia monsignor Mazza -. La magistratura di oggi dovrebbe avere lo studio, la capacità e l'umanità di Guido».

È stata inaugurata una mostra, che sarà aperta fino al 28 marzo, con foto dei funerali e anche articoli di giornali locali e nazionali dell'epoca sulla sua uccisione e sul cordoglio corale. Le iniziative per ricordare l'anniversario di morte di Guido Galli proseguono: venerdì 26 ci sarà un incontro nel salone parrocchiale di Piazzolo dedicato agli anni di piombo e curato dallo storico locale Giacomo Calvi, mentre lunedì 22, alle 23,30, nella trasmissione «La storia siamo noi» su Raidue si parlerà di Guido Galli. Leggi di più su l'Eco di domenica 21 marzo.

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