Malato e in cassa integrazione
cerca lavoro per rivedere i cari

Quello di Singh (il nome è di fantasia, ndr) è un caso esemplare nella triste storia dei ricongiungimenti familiari impossibili. Ventisei anni, bengalese di Dacca (Bangladesh), da dieci in Italia con regolare permesso di soggiorno a tempo indeterminato (l'ex carta di soggiorno), non riesce a far venire nel nostro Paese la moglie e il figlioletto di tre anni.

Il problema è che non ha un alloggio adatto per avviare la pratica di ricongiungimento. Alloggio che non si può permettere perché, come tanti italiani e stranieri, è in cassa integrazione. Fin qui nulla di nuovo, visto il difficile momento dell'economia. 

Ma Singh è un caso particolare: avrebbe davvero bisogno della famiglia perché ha subìto un intervento chirurgico difficile ed è affetto da una malattia seria come l'epilessia. «La mia speranza è di recuperare il mio lavoro di facchino, così potrò permettermi una casa adeguata per far venire a Bergamo mia moglie e mio figlio», dice Singh.

Il giovane bengalese, sino all'anno scorso, lavorava in un noto albergo della città, ma la crisi, a quanto pare, ha colpito anche il settore del turismo e lui, insieme ad altri lavoratori, si è trovato in cassa integrazione. Ora è alloggiato con altri dieci connazionali in un appartamento in zona stazione: 225 euro al mese per una brandina, ma «in tre dormiamo in cantina».

Nel gennaio del 2009 ha subìto un intervento ai Riuniti di Bergamo per un ematoma intraparenchimale temporale destro, a seguito di una crisi epilettica sul luogo di lavoro. «Accanto a me non c'era nessuno, come non c'è nessuno ora - racconta -. Ho provato e continuo a cercare lavoro, ma non trovo nulla, pur essendo in regola e avendo esperienza come facchino e nell'agricoltura».

«Sono nato in uno dei Paesi più poveri al mondo, così ho deciso di emigrare in Italia, attraverso un viaggio durato quasi un mese - ricorda -. Ho visto mio figlio solo una volta, quando sono tornato a casa dopo l'intervento chirurgico». Quello che chiede Singh è un lavoro con cui affittare un appartamento e finalmente riabbracciare i suoi cari. Leggi di più su L'Eco di domenica 28 marzo.


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