Il vescovo: «Cristo risorto insegni
a liberarci dell'individualismo»

«Cristo risorto dona la possibilità di costruire un mondo nuovo con relazioni familiari e sociali nuove. Gli altri non sono nostri strumenti. Nella nostra società chiusa nell'individualismo, bisogna tornare all'unica gioia che viene dal bene compiuto, per vivere e celebrare una vita che elimina il lievito vecchio per sostituirlo con il lievito nuovo, fatto di fede, amore, verità e carità».

Nella mattinata di Pasqua il vescovo Francesco Beschi ha presieduto una solenne concelebrazione eucaristica in Cattedrale alla presenza di una folta assemblea. Tra i sacerdoti concelebranti c'era il vicario generale monsignor Davide Pelucchi. Monsignor Beschi ha ricordato la Pasqua ebraica, quando il pane vecchio veniva sostituito da pane nuovo azzimo, cioè senza lievito, in ricordo della fretta del popolo ebreo di uscire dall'Egitto.

Il vescovo ha poi sottolineato i tre «doni-impegni» sempre offerti da Cristo risorto. Il primo è «la consapevolezza della dignità di ogni essere umano. Ogni uomo è superiore all'intera umanità, ci si guarda in faccia senza percepirci come possibili nemici o esseri conflittuali». Il secondo dono-impegno è «l'importanza della parola, cioè l'urgenza di un linguaggio rinnovato. Gli uomini e le donne non possono vivere senza tornare a coltivare una Parola vera, che per i cristiani è Cristo risorto».

Il terzo dono-impegno è «la gratuità. Nella nostra società chiusa nell'individualismo spasmodico, bisogna tornare all'unica gioia che viene dal bene compiuto, per vivere e celebrare una vita che accantona il lievito vecchio per lasciare spazio al lievito nuovo».

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