Il piccolo Angelo è nato vivo
ma è morto dopo pochi minuti

E' nato vivo il piccolo Angelo, il neonato trovato cadavere ad Arcene martedì mattina in via Matteotti, abbandonato in un sacchetto, ma è sopravvissuto pochi minuti: è questa per ora l'unica certezza arrivata dall'esame autoptico effettuato mercoledì pomeriggio dal patologo Zeno De Battisti, degli Ospedali Riuniti di Bergamo.

A confermare la brevità della sua vita le condizioni dei suoi polmoni. Difficile invece per ora rispondere alla seconda domanda posta dalla Procura: su quale sia cioè la causa della morte. Esclusa la morte prima del parto ed esclusa la presenza di segni di violenza, ora le ipotesi rimaste sono due: vale a dire la morte per soffocamento o per stenti, quindi di fame, sete e freddo.

Le condizioni del ritrovamento e il dato che il bimbo sarebbe vissuto solo pochissimi minuti, forse solo attimi, fa propendere gli inquirenti per l'ipotesi del soffocamento, anche se sarà necessario attendere gli esiti definitivi delle analisi per avere una risposta certa. L'ipotesi d'accusa comunque, allo stato delle indagini, dato che il piccolo Angelo è morto certamente dopo la nascita, resta confermata come quella di infanticidio.

Unica valutazione rimasta in sospeso è quella sulla eventuale volontarietà del gesto: non è stato infatti ancora escluso che la madre abbia agito in un contesto di forte disagio sociale, abbandonando il bimbo ancora in vita e sperando che qualcuno lo notasse in tempo. Un ulteriore dato atteso dalla relazione del patologo è poi quello del momento presunto della morte, a questo punto quasi coincidente con quello della nascita, da far risalire a circa 36 o 48 ore prima del ritrovamento del corpicino.

Nessuna novità invece sul fronte delle ricerche della madre, ancora in corso: per ora i carabinieri stanno controllando ospedali e medici di base, per verificare se qualche donna si sia presentata per essere medicata mostrando segni di un parto recente.

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