Omicidio colposo per Pulcini
Vivrà in un centro psicosociale

Sergio Pulcini non è imputabile per vizio totale di mente al momento del fatto. Questa la decisione del gup martedì 20 aprile per il 54enne accusato di aver provocato l'esplosione della sua abitazione in via Quasimodo a Gorle, causando così la morte, per le ferite riportate, di Elsa Zappella, insegnante di 50 anni.

Ma la sentenza è importante soprattutto per il cambio di imputazione, che da omicidio e crollo volontario è diventata omicidio e crollo colposo. Per il gup, in sostanza, non ci fu dolo da parte di Pulcini nell'esplosione. Questo cambiamento di imputazione ha una conseguenza fondamentale perchè fa decadere le misure cautelari. Pulcini, teoricamente, sarebbe libero, in realtà vive in un centro psicosociale dove è assistito giorno e notte. Il gup ha trasmesso la sentenza alle autorità di pubblica sicurezza perchè vigilino sul comportamento di Pulcini e si assicurino che venga seguito costantemente.

Il proscioglimento dalle accuse mosse per vizio totale di mente era stato richiesto da accusa e difesa nel procedimento in udienza preliminare. La difesa aveva anche evidenziato, chiedendo il proscioglimento, come il reato di disastro doloso (e quindi presupponendo una certa volontà) sarebbe in realtà più correttamente da qualificare come disastro colposo, escludendo così anche il reato di morte in conseguenza di altro reato. Richiesta accolta martedì dal gup.

L'episodio risale al 2 gennaio del 2009, quando, secondo gli accertamenti fatti eseguire dal pubblico ministero Anna Sessa, Sergio Pulcini aveva messo in atto un tentativo di suicidio: nella sostanza il cinquantaquattrenne, difeso dagli avvocati Marco Tropea e Anna Marinelli, avrebbe aperto il rubinetto del gas metano nella propria abitazione, tentando appunto di togliersi così la vita.

La saturazione del gas però ad un certo punto era sfociata in una forte esplosione, che oltre alla villetta di Pulcini aveva sventrato un altro edificio adiacente. Nel crollo e nell'incendio subito scoppiato erano rimasti seriamente feriti lo stesso Sergio Pulcini e Elsa Zappella. La donna era stata portata in ospedale e sottoposta a immediate cure mediche: purtroppo dopo sei giorni era morta. Nel frattempo Pulcini si trovava ricoverato a Verona, nel centro Grandi Ustionati.

Due mesi più tardi, in seguito agli accertamenti fatti svolgere dalla Procura e agli interrogatori dell'uomo, indagato per omicidio colposo, disastro doloso e morte in conseguenza di altro reato, il pubblico ministero aveva disposto il trasferimento di Pulcini nel reparto di Psichiatria degli Ospedali Riuniti, chiedendo al tempo stesso al giudice delle indagini preliminari Patrizia Ingrascì un incidente probatorio: l'obiettivo era quello di accertare la capacità di intendere e di volere dell'indagato.

L'incarico di effettuare una perizia psichiatrica era stato quindi assegnato al dottor Massimo Biza, e la difesa aveva nominato come proprio consulente il dottor Giacomo Filippini. I due esperti, a maggio del 2009, avevano presentato le loro conclusioni, assolutamente concordi: Sergio Pulcini sarebbe stato totalmente incapace di intendere e di volere al momento del fatto. I due esperti avevano però evidenziato all'epoca una certa pericolosità sociale.

Proprio per questo motivo il pm aveva chiesto e ottenuto il trasferimento di Pulcini da Bergamo all'ospedale di Castiglione delle Stiviere, in attesa però dello spostamento in una comunità terapeutica, quella dove attualmente vive. Successivi accertamenti, disposti dal gup Bianca Maria Bianchi, avevano infatti evidenziato e poi confermato una netta diminuzione della pericolosità sociale in seguito alle cure.

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