Per le molestie all'ex moglie
chiesti due anni e otto mesi

Per le molestie all'ex moglie il pubblico ministero ha chiesto la condanna a due anni e otto mesi di reclusione, richiesta ribadita anche dalla parte civile, l'ex moglie dell'uomo. È arrivato alle ultime battute il processo per stalking nei confronti di D. T. A., venticinquenne boliviano, attualmente agli arresti domiciliari.

Opposta la conclusione della difesa, che ha invocato l'assoluzione da tutte le accuse contestate per il suo assistito. Il giudice ha rinviato per repliche e sentenza al 10 maggio. I fatti contestati cominciano dopo il 2007, quando i rapporti tra i due boliviani si erano guastati: in particolare lui se n'era andato insieme a un'altra donna, lasciando la moglie incinta, perché sospettava che la figlia non fosse sua.

Era poi tornato sui suoi passi al momento del parto, quando la donna aveva scelto di dare solo il suo cognome alla bimba: le aveva fatto diverse scenate. In seguito aveva cominciato a tempestare la donna di messaggi sms e telefonate, al punto da spingerla in più occasioni a denunciarlo: almeno otto gli episodi.

La vicenda era sfociata anche in un episodio di aggressione il 15 agosto 2008, al parco di Loreto, quando erano intervenuti anche i carabinieri portando in carcere il 25enne, e in un altro episodio a settembre del 2009, sulle scale della casa di lei.

A processo il venticinquenne ha sempre respinto le accuse: «Ero innamorato, cercavo di riallacciare la nostra relazione. Ad un certo punto è stata lei a ricontattarmi, quindi io ho lasciato l'altra donna e ho cercato di tornare con lei: per questo le facevo anche 10 tra telefonate ed sms al giorno. L'episodio del 2008 è stato un banale litigio: lei mi ha colpito e io l'ho spinta».

Il giudice, terminate requisitoria e arringa, ha rinviato per repliche al 10 maggio: nella stessa data emetterà sentenza.

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