Le opposizioni all'attacco:
«Non sia un incontro beffardo»

«L'assessore Invernizzi ha finalmente fissato un incontro con i ragazzi che lavoravano nei dintorni del parcheggio dell'Ospedale. Doveva essere fatto ben prima. Apprezziamo la disponibilità all'ascolto, ma riteniamo che questo incontro debba» avere alcune caratteristiche «se non vuole essere fuori tempo massimo». Lo scrivono in un comunicato stampa Giacomo Angeloni (Partito Democratico), Sergio Gandi (Partito Democratico) e Pietro Vertova (Verdi).

«Primo - si legge nel documento -, chiediamo che anche Tentorio vi partecipi. I ragazzi vogliono parlare anche con il Sindaco di Bergamo per raccontare la loro esperienza ed esprimere la loro valutazione politico-sindacale sul tema del parcheggio dell'Ospedale. Sono cittadini di Bergamo, un Sindaco ha la responsabilità di ascoltarli anche se non hanno il potere del voto. Tentorio non può delegare solo Invernizzi».

«Secondo, riteniamo che questo incontro non possa e non debba essere beffardo per la città e i parcheggiatori. La decisione presa dalla Giunta va rivista. Siamo molto preoccupati della situazione che si é venuta a creare al parcheggio dell'Ospedale da lunedì 3 maggio. Infatti, con il nuovo sistema senza parchimetri, sono aumentati sia i problemi di traffico in quella via (il parcheggio é più macchinoso e lento), sia i costi del parcheggio per i cittadini (la fascia oraria per il pagamento è stata allargate di ben tre ore)».

«Infine, Invernizzi e Tentorio devono cambiare la loro politica sul tema della sicurezza. Il quartiere di Santa Lucia (quartiere dove Tentorio abita) ha testimoniato in conferenza stampa che non si sono mai avuti problemi o disturbi reali legati alla presenza di venditori in quell'area. Se molti di noi potevano e possono avere legittimamente una percezione di disagio al parcheggio dell'Ospedale, con il provvedimento preso da Tentorio quella percezione di disagio viene confermata, legittimata e inutilmente ingigantita. Questa è una politica che noi contestiamo, una politica che alimenta l'insicurezza per cercare poi il consenso con provvedimenti di ordine pubblico».

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