Il cromo nella Bassa
Quattro pozzi fuori norma

La presenza del cromo esavalente nella falda acquifera del territorio di Treviglio «torna a galla» e viene rilevata in quattro dei sette pozzi posti nella zona Nord-Est cittadina. A evidenziarlo è stata una campagna di campionamento dell'acqua dei pozzi privati della zona interessata al fenomeno, eseguita in modo autonomo dal Servizio ambiente del Comune di Treviglio nell'ultima settimana di aprile.

Un intervento scrupoloso considerata la serietà del problema, che purtroppo ha confermato le lecite preoccupazioni della vigilia. I campioni prelevati, analizzati dall'Arpa (Agenzia regionale per l'ambiente) a spese del Comune, su 7 pozzi privati hanno permesso di rilevare in 4 siti percentuali di cromo oltre il limite di legge: rispettivamente 73, 67, 66 e 58 microgrammi per litro, quando la soglia massima stabilita dalla normativa vigente è di 50 microgrammi per litro.

Più confortanti i dati emersi dalle analisi per i rimanenti tre pozzi privati di via Bergamo, le cui concentrazioni di cromo si sono fermate a 34, 23 e 5 microgrammi per litro. Resta comunque alta la preoccupazione come già emerso lo scorso 22 aprile durante la Conferenza dei servizi nel municipio di Ciserano.

Secondo uno studio commissionato dal Comune di Treviglio risulta che la barriera idraulica prevista a Sud di Ciserano non sarebbe sufficiente per intercettare tutta la falda contaminata. Da qui la conferma che il plume (ossia l'area di falda) della contaminazione, scende inesorabilmente verso Sud interessando la falda acquifera di Treviglio. Una zona, quella trevigliese, che non è servita dall'acquedotto comunale e proprio per evitare inconvenienti, lo scorso 29 aprile il sindaco Ariella Borghi ha emesso un'ordinanza nella quale si vieta precauzionalmente l'uso dell'acqua prelevata dal pozzo a scopo potabile.

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