La lettera: «Disoccupato a 56 anni
Vi sembra giusto, etico e morale?»

«Spettabile redazione, so, per lettura di vostri precedenti articoli, di proporre un argomento già ampiamente trattato. Ma, coinvolgendomi personalmente, ritengo di dover riportare alla vostra attenzione la drammatica situazione di chi, superati i 50 anni, si ritrova senza un posto di lavoro».

«Moltissimi a causa della crisi in atto (edilizia, meccanica, ecc.), molti invece anche per mere speculazioni aziendali, sempre operate "ai confini della legge". Io sono una vittima di questa ultima categoria. Non voglio alzare peana in mia difesa o in accusa di chi mi ha portato ad essere a 56 anni un lavoratore in mobilità con scarsissime possibilità di rientro, nonostante tutte le mie qualifiche e professionalità in ambito logistico/gestione magazzini di ogni genere».

«Non voglio neanche, come fatto da altri, specificare nomi, cognomi e ragioni sociali (per altro a disposizione su richiesta). Voglio però far mio il lamento di quella degna persona che, dopo molti decenni di onorato lavoro come cameriere, si è ritrovato ad essere un vecchio (parole sue) senza più un futuro lavorativo, della quale avete parlato alcuni mesi fa. Anche io, come lui, ho avuto il pensiero di rivolgermi al "lato oscuro della società" per poter mantenere la mia famiglia».

«Ma, come lui, sono riuscito a rigettarlo. Pur sapendo che non è da voi che possa arrivare una risposta, vi chiedo: è giusto, etico e/o morale che persone per bene non riescano a trovare un posto di lavoro dignitoso solo perché hanno più di 50 anni, quando paradossalmente si spendono soldi in convegni per disquisire dottamente sul reinserimento di ex delinquenti nella società?»

«Non ne faccio una questione di guerra tra poveri o di discriminazione tra categorie di esseri umani. Ma vorrei capire perché un Vallanzasca qualsiasi possa ottenere i benefici che ha ottenuto e noi invece dobbiamo "mendicare" lavori presso le varie agenzie con il solo risultato di sentirci rispondere: "Ottimo curriculum, qualità che rientra nelle richieste, ma purtroppo sa, l'età...Le faremo sapere". Fin troppo facile sarebbe il pensiero di fare una finta rapina in banca per poi poter avere le agevolazioni del caso».

«Ripeto di parlare per paradossi, ma potrete ben capire la rabbia, la frustrazione di chi si ritrova in una situazione analoga alla mia e, guardando i tg o leggendo i quotidiani nazionali, apprende notizie che non corrispondono alla vita reale. Sapete quante edicole hanno chiuso negli ultimi nove mesi a Milano? Circa il 10% (fonte Corriere della Sera). O a Bergamo? Sapete quante sono le proposte di lavoro presso i vari Uffici per l'impiego della Lombardia? Circa zero (fonte lo scrivente)».

«Vorrei che poteste pubblicare questa mia, anche per far sapere che non esistono solo i 200, i 500 della Tenaris, della Candy, ma c'è anche un microcosmo fatto da una persona, un altro microcosmo fatto da due persone, un altro ancora fatto da 5 persone. E così via, fino ad arrivare ai dati spaventosi che noi tutti conosciamo. Mi piacerebbe che, come (se non ricordo male) fece il quotidiano "La Repubblica", deste la possibilità a tutti quelli che sono nella mia situazione di far sentire la propria voce. Giusto per far capire, al di là di ogni discorso politico (o politichese) quella che è la reale situazione nella nostra Regione.
 Lettera firmata

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