«Aiuterai papà e mamma
a ritornare quelli di prima»

Sono state circa un migliaio le persone che hanno preso parte all'ultimo saluto di Carlo Umberto Sarzi Amadè, il bambino di soli tre anni morto domenica pomeriggio nella sua abitazione di Paratico, annegato nei trenta centimetri d'acqua accumulatasi sul telo che ricopriva la piccola piscina di casa.

La chiesa parrocchiale di Paratico, dedicata a Maria Assunta, straripava di uomini e donne, papà e mamme che hanno voluto stringersi con affetto e muta disperazione all'immenso dolore che ha trafitto il cuore dei genitori del piccolo Carlo Umberto. La bara bianca portata dai familiari era coperta da un cuscino di fiori bianchi, gli stessi fiori che hanno adornato il presbiterio della chiesa, dove il parroco di Paratico, don Gustavo Bergamelli, ha celebrando il rito funebre.

In prima fila, i compagni di scuola di scuola della piccola Sofia, la sorellina di Carlo Umberto, che frequenta la prima elementare del paese. Commovente l'invito di Giulia, una compagna di scuola, rivolto a Sofia: «Domani, piccola ma grande Sofia, ti aspettiamo a scuola, perchè insieme con noi riuscirai ad essere forte e ad aiutare mamma e papa e i nonni a ritornare e ad essere quelli di prima».

All'omelia, don Bergamelli ha sottolineato il dolore che ha investito le due comunità di Paratico e di Sarnico: «Quante domande nelle menti di tutti - ha detto il parroco -, quanti cuori straziati dal dolore, quanti papà e mamme hanno pianto pensando alle vostre lacrime e al vostro dolore: poteva accadere a chiunque. Quanti nonni e nonne hanno e cercato di capire di mettersi con angoscia nei panni di nonna Franca».

Il feretro del piccolo Carlo è poi stato tumulato nel cimitero del paese.

Le comunità di Paratico e di Sarnico ancora non si danno una spiegazione di quanto accaduto, convinte di vivere un brutto incubo da cui si sveglieranno rirtovando il piccolo Carlo lì a giocare nel suo giardino, a cavallo della sua bicicletta e con il pallone da basket appoggiato al muro della sua abitazione, oppure a fare i dispetti alla sorellina Sofia e a rincorrere il cane Icaro.

Perché è difficile accettare che un piccolo fiore di tre anni possa essere annegato nell'acqua piovana depositata nella piscina di casa, coperta da un telone. Ma è così. Lunedì è stato il giorno del lutto e oggi nella chiesa dell'Assunta a Paratico si celebrano i funerali.

C'era il sole, ieri, ma tutto era grigio come se quando le nubi coprono il lago regalando solo malinconia. Paratico e Sarnico, due centri che sembrano uno solo tanto sono attigui e che oggi si abbracceranno ancora di più, stretti nel dolore e nell'incredulità per quanto accaduto domenica pomeriggio al piccolo Carlo Umberto, di tre anni.

A dividere le due comunità c'è solamente il vecchio ponte sul lago che separa le due province. Quello che il piccolo Carlo Umberto Sarzi Amadè aveva già imparato, come fanno i grandi, a superare più volte al giorno, diviso tra la sua abitazione bresciana di via Della Santa e il bar di famiglia nella centralissima piazza XX Settembre di Sarnico, gestito da anni da papà Oscar e da mamma Rossella.

Il piccolo, che avrebbe iniziato l'asilo a settembre, aveva iniziato presto a portare il suo sorriso nel locale per far compagnia ai genitori, calamitando sorrisi e complimenti dai tanti clienti che lo notavano muoversi allegro fra i tavoli, mostrando d'essere «figlio d'arte» già in tenerissima età.

Una piccola vita volata via domenica, quando una volta salito sulla scaletta della piscina, Carlo è finito sul telo perdendo la vita soffocato dall'acqua piovana che vi si era depositata, profonda poco più di 30 centimetri. Una trappola improvvisa e inattesa, contro la quale nulla hanno potuto gli immediati soccorsi dei familiari, del vicinato e soprattutto del 118, giunto rapidamente nell'abitazione di famiglia dove il bambino stava giocando in compagnia della sorellina e alla presenza della nonna.

Nella giornata di lunedì è stata una fila interminabile, quella di familiari, amici e conoscenti, che hanno voluto fare visita ai genitori del piccolo, chiusi nel loro tragico dolore insieme ai parenti più stretti. Se ne fa partecipe a nome della comunità Maria Giulia Venturi, sindaco di Paratico: «Sarnico e il nostro paese stanno vivendo giorni di dolore e commozione. Tutti noi ci sentiamo in dovere di essere accanto ai genitori dei piccolino, alla sua sorellina Sofia e alla nonna Franca per questo incredibile disgrazia, complicata da accettare».

L. C.

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