Inceneritore a Trezzo d'Adda:
6.000 dicono no al raddoppio

Nuova tappa delle iniziative promosse dall'associazione Wwf Le Foppe di Trezzo sull'Adda contro il progettato raddoppio del locale termovalorizzatore di rifiuti: «Nei prossimi giorni – spiega Fabio Cologni, referente dell'associazione – verranno trasmesse ai nuovi assessori della Regione Lombardia, Marcello Raimondi (Ambiente ed Energia), Daniele Belotti (Territorio e Urbanistica) e Alessandro Colucci (Sistemi verdi e Paesaggio), oltre che all'assessore alla Provincia di Milano Fabio Altitonate, le circa 6 mila firme dei cittadini che hanno sottoscritto la petizione del Wwf contro la proposta della ditta Prima (facente capo al gruppo Falck) di raddoppiare l'inceneritore di Trezzo, facendolo diventare uno dei più grandi d'Italia».

In particolare, 3.023 firme erano state raccolte lo scorso autunno, mentre solo nei mesi di marzo e aprile sono state raccolte altre 2.878 firme, per un totale di 5.901 sottoscrizioni. Questa petizione rappresenta, di fatto, uno «strumento di pressione politico» non indifferente, inviata anche ai sindaci di tredici Comuni della zona. La vicenda legata al raddoppio del termovalorizzatore di Trezzo, ha preso il via nel giugno 2009, con la richiesta della società di portare le linee di termovalorizzazione da due a quattro, con un'ulteriore capacità di smaltimento di 193 mila tonnellate di rifiuti all'anno.

Un potenziamento che prevede, tra l'altro, un raddoppio della volumetria e della superficie occupata (attualmente circa 23 mila metri quadrati). In una prima fase, la richiesta di ampliamente era stata archiviata dalla Regione Lombardia per «motivi tecnici in merito alla reale disponibilità delle aree interessate», cui è però seguita una sentenza del Tar che ha «riaperto il processo autorizzativo».

«Nell'ambito delle iniziative di contrasto al raddoppio – prosegue Cologni – stiamo lavorando a stretto contatto con alcuni sindaci, ed è con soddisfazione che apprendiamo ufficialmente dell'incarico conferito dai sindaci stessi al dottor Massimo Cerani, esperto in impianti di incenerimento e riciclaggio dei rifiuti. Cerani era stato indicato dal Wwf quale professionista capace, con la sua competenza, di evidenziare molte anomalie al Sia (Studio di impatto ambientale) dell'attuale impianto e del progetto proposto». «Il Wwf – conclude Coploni – rilancia infine la proposta “modello Vedelago”, che consente di raggiungere il 94 per cento del riciclaggio dei rifiuti, poi reinseriti nel mercato sotto forma di altro materiale e oggetti. Una realtà che ora è già attiva in 36 comuni della provincia di Treviso, esportato di recente anche nel Lazio e in Sardegna».

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