Sconfigge il nobile Ruffo di Calabria
ma i soldi li vedrà, forse, nel 2014

I soldi, sempre che il giudice d'appello confermi la sentenza e ammesso che la controparte non ricorra in Cassazione, li vedrà non prima del 2014. Ossia, 24 anni dopo che la sua impresa edile ha terminato i lavori di ristrutturazione di un cascinale a Montalbano, esclusiva località di Mapello ai piedi del monte Canto, ambita, si vociferava all'epoca, anche dai Kennedy e dal Principe di Monaco.

Nel frattempo, anche a causa di quel denaro non intascato, Francesco Brembilla, 52 anni, di Carvico, e la sua ditta - l'Aedil Cà Verde s.a.s. - sono falliti. «In tutti questi anni ho campato grazie alla pensione di mia madre, morta poi di dispiacere, e ora tiro avanti con quella di mio fratello invalido», confida con un pizzico di vergogna.

Anche se da un anno e mezzo a questa parte ha ricominciato a girare a testa alta: lui, piccolo impresario edile fallito, è riuscito a sconfiggere - per il momento - in un'aula di giustizia il principe Augusto Ruffo di Calabria, nipote della regina Paola del Belgio, che a fine anni Ottanta aveva acquistato il cascinale e commissionato la ristrutturazione all'Aedil Cà Verde pagando, secondo l'accusa, solo parte dei lavori.

Il giudice fallimentare Simonetta Bruno a fine 2008 ha condannato il nobile a risarcire 249 mila euro a Brembilla e al fallimento dell'Aedil Cà Verde. Una sentenza contro cui Ruffo di Calabria ha presentato ricorso e che, grazie ai tempi della giustizia civile, approderà in appello solo fra 4 anni. È una storia intricata, quella fra l'ex artigiano (pittore autodidatta, autore di quadri piuttosto apprezzati) e il principe, sorta all'ombra dei mille metri quadrati della cascina «Montalbano di Sopra» e sfociata in tribunale.

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