Il Vescovo a Mauthausen:
«Incontro con la nostra coscienza»

I pellegrini partiti da Bergamo lunedì 21 giugno per un viaggio nei luoghi della fede, della religione, dell'umanità conservati dall'Austria hanno fatto tappa al campo di concentramento di Mauthausen. Nella cava di granito, la ragione per cui il campo di concentramento è stato costruito nel paese di Mauthausen in Austria, il vescovo mons. Francesco Beschi si è fermato a pregare.

“Qualcuno può pensare – ha detto il vescovo – che fermarci in questo luogo rappresenti un appuntamento con la storia, con il ricordo. Ed è vero. Ma la vera ragione è che noi siamo qua per un appuntamento con la nostra coscienza. Siamo qui per farci provocare nel presente e rispetto al futuro”. A due bambini che seguono il pellegrinaggio, mons Beschi ha guardato dicendo: “Loro sono lo specchio della nostra coscienza, loro sono il futuro”. Rifacendosi a un brano dell'Apocalisse, il vescovo ha aggiunto: “C'è un peccato terribile e subdolo che sta sempre in agguato ed è l'indifferenza. L'indifferenza che comincia con il semplice sospetto rivolto verso l'altro, che diventa poi denigrazione e infine disprezzo. L'indifferenza che è la pigrizia di non decidere più con la profondità della nostra coscienza”.

“Ma è possibile reagire all'indifferenza – ha continuato -. E' possibile sviluppare una resistenza, la resistenza della coscienza che non si arrende e che ci consente di rimanere uomini.” E mons. Beschi si è rivolto anche ai ragazzi: “Siamo semplici pellegrini e vogliamo consegnarvi una speranza, vogliamo consegnarvi un mondo dove non è l'indifferenza a ricoprire tutto”. Il pellegrinaggio continua giovedì 24 giugno al santuario mariano di Mariazell.

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