Omicidio di Rivolta d'Adda
Il Csm indagherà sulla Procura

È stato fatto il possibile per tutelare Sonia Balconi, la donna di Rivolta d'Adda perseguitata per anni e uccisa il 30 giugno scorso da Gaetano De Carlo, carrozziere di Vailate di 54 anni? È quanto dovrà accertare il Csm che ha avviato un procedimento per verificare l'operato dei giudici cremaschi che dell'uomo si erano occupati a seguito di una denuncia presentata proprio dalla sua vittima.

Gli accertamenti saranno a carico della prima commissione del Csm, chamata ad una valutazione preliminare dei fatti. A presentare formale richiesta di indagine al Consiglio superiore della magistratura era stato il consigliere togato del Csm Fabio Roia il quale chiedeva di far luce sull'attività dei magistrati che si erano occupati di De Carlo prima che uccidesse l'ex fidanzata Maria Montanaro, a Riva di Chieri (Torino), e poche ore dopo si accanisse su Sonia Balconi, togliendosi poi la vita. Roia ha sottolineato l'opportunità di verificare se in effetti l'uomo era stato «denunciato per condotte persecutorie nei confronti delle vittime», come riportato dalla stampa dopo il duplice delitto, e ha chiesto di «valutare se il caso fosse stato adeguatamente trattato e valutato da parte della magistratura competente».

Sonia Balconi, 42 anni, sposata e madre di una bambina, aveva querelato De Carlo per molestie e lesioni. Proprio quella denuncia aveva portato al rinvio a giudizio del cinquantaquattrenne di Vailate con l'accusa di stalking: a novembre si sarebbe dovuta tenere l'udienza preliminare. Il procuratore di Crema, Daniela Borgonovo, si è hià detta disponibile a rispondere a tutte le eventuali domande del Csm sull'argomento. Intanto anche la parlamentare bergamasca Carolina Lussana (Lega Nord) ha presentato un'interrogazione ai ministri della Giustizia Angelino Alfano e dell'Interno Roberto Maroni.

La parlamentare sottolinea che lo stalking è un fenomeno preoccupante nel nostro Paese, visto che «in poco più di un anno sono state denunciate oltre 7 mila persone. Dati importanti che servono a capire la diffusione e la pericolosità di questo reato, introdotto nel nostro Codice solo nel febbraio 2009 e che ha condotto a buoni risultati, visto che, fino a marzo 2010, sono state arrestate oltre 1.200 persone». Sul caso De Carlo, Carolina Lussana invitava il ministro della Giustizia ad accertare l'esistenza di presupposti per le opportune iniziative di sua competenza.

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