«Il suo coraggio resta in eredità»
L'ultimo addio a Eugenio Bruni

«Il suo coraggio resterà nella testa e nel cuore di tutti noi. È la sua eredita di uomo e di cittadino». Così Roberto Bruni ha ricordato la figura del papà Eugenio. Una folla partecipe e commossa ha dato l'ultimo saluto all'avvocato Eugenio Bruni, leader storico dell'antifascismo, morto mercoledì 14 luglio - all'età di 92 anni - alla clinica San Francesco, dove era stato ricoverato per un malore.

Il funerale con rito civile si è svolto al cimitero di Bergamo dove stamattina, venerdì 16, erano in centinaia ad attendere la bara, coperta di garofani rossi. La salma sarà cremata in giornata, mentre lunedì è prevista la tumulazione nella tomba di famiglia. Il corteo è partito dall'ingresso ed è arrivato fino alla sala delle commemorazioni civili.

Presenti il sindaco di Bergamo, Franco Tentorio, il procuratore Adriano Galizzi, il prefetto Camillo Andreana, il deputano Antonio Misiani, il senatore Mauro Ceruti, esponenti del vecchio Psi e rappresentanti del Pd come Maurizio Martina e Matteo Rossi. E ancora Giacomo e Luciano Pezzotta e Mario Ratti. C'erano i gonfaloni dell'Anpi, di Bergamo, Endine, Seriate, del Mutuo Soccorso e del Comitato antifascista di Bergamo e Dalmine.

La moglie Anna era accompagnata dai figli Roberto, ex sindaco di Bergamo, Laura e Claudio. Eugenio Bruni è stato commemorato dalle voci, rotte dalla tristezza del momento, e inframezzate da molti applausi, di Salvo Parigi, presidente dell'Anpi, dell'avvocato Carlo Salvioni, presidente del Comitato bergamasco antifascista, dell'avvocato Franco Bertacchi, socio anziano dello studio Bruni, di Antonia Arnoldi, segretaria del Mutuo Soccorso, di cui Bruni era presidente, e del figlio Roberto.

Parigi ha raccontato gli anni della loro giovinezza, dei tempi duri della guerra e dell'opposizione al fascismo, della lotta per la liberà, mentre Salvioni ha ricordato l'impegno politico di Bruni nelle file del Psi sottolineando il suo ruolo fondamentale nel rilancio di Città Alta e del teatro Donizetti e nel riavvicinamento di Manzù a Bergamo e ha rammentato come Bruni si sia sempre battuto per processi giusti e contro le leggi speciali in un'epoca molto delicata come quella segnata dal terrorismo in Italia.

Bertacchi ha ripercorso la carriera di Bruni, rilevandone la statura di grande avvocato, mentre il figlio Roberto ha parlato della figura privata del papà, «un uomo che si è sempre preoccupato degli altri, un uomo che mostrava il suo "caratteraccio" soltanto fuori casa. Il suo coraggio sta nel fatto che, pur avendo la sue ansie e le sue paure, ha sempre combattuto per quello in cui credeva, ha sempre lottato per la libertà, sua e degli altri».  

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