Cromo nell'acqua
Un focolaio a Verdellino

«Non si ha riscontro di altri focolai oltre a quello individuato presso la Cromoplastica di Verdellino». A più di un anno dalla scoperta dell'inquinamento da cromo VI (cromo esavalente) della falda acquifera del territorio di Verdellino, Ciserano, Arcene, Castel Rozzone e Treviglio si sta stringendo sempre di più il cerchio intorno alla sua possibile causa.

I risultati dell'ultima campagna di analisi effettuata fra l'8 e il 28 giugno (90 il numero totale di campioni di acqua prelevati da pozzi, piezometri ed anche un lago di cava) hanno convinto il dipartimento provinciale dell'Arpa di Bergamo (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente) a concentrare sempre di più l'attenzione sulla Cromoplastica ditta, specializzata nella cromatura di materiali plastiche, che si trova nella zona industriale al confine fra Verdellino e Zingonia.

Nella nota tecnica che accompagna i risultati delle analisi effettuate, inviata a tutti i Comuni coinvolti dall'inquinamento da cromo VI, all'Asl, alla Provincia, alla Regione ed anche alla procura di Bergamo, si legge che «si ritiene opportuno protrarre il monitoraggio anche nei mesi successivi almeno sui piezometri della Cromoplastica e quelli comunali» ossia i piezometri realizzati nella zona industriale di Zingonia. La nota tecnica poi continua rivelando che «non si ha riscontro di altri focolai oltre a quello individuato presso la Cromoplastica di Verdellino».

Partendo dal presupposto che non c'è nessun rischio per l'acqua che viene prelevata dagli acquedotti pubblici e distribuita nelle abitazioni, le concentrazioni di cromo VI che fra l'8 ed il 28 giugno sono state riscontrate dai tecnici dell'Arpa nel territorio compreso fra Verdellino e Treviglio sono ancora di molto superiori al limite fissato dalla legge, pari a 50 microgrammi al litro, perché l'acqua sia ritenuta potabile. Ad Arcene la concentrazione massima di cromo VI riscontrata nella falda acquifera fra il 22 ed il 23 giugno è 212 microgrammi per litro d'acqua. A Ciserano 400 microgrammi. A Treviglio 100. I valori più alti comunque sono quelli riscontrati proprio nei piezometri realizzati da Ciserano, con il finanziamento della Provincia, nella zona industriale di Zingonia.

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