Stroncato da un infarto a 44 anni
Emanuele Simonetti muore in Zambia

«Era un grande lavoratore e un uomo di grande personalità: bastava incontrarlo cinque minuti ed era impossibile dimenticarsi di lui». Così alcuni amici di vecchia data ricordano Emanuele Simonetti che tutti a Clusone, suo paese natale, chiamavano Manuele. Sabato sera è stato stroncato da infarto in Zambia, nel villaggio vicino alla miniera dove con la sua azienda stava realizzando alcune strutture per il ristoro di minatori di un giacimento aurifero.

Stava praticando un po' di sport per distrarsi dal lavoro. Una morte improvvisa che ha lasciato sgomenti: in passato non aveva mai avuto problemi cardiaci. Manuele avrebbe compiuto 44 anni il prossimo 21 agosto. In Africa dall'età di 19 anni, ha sempre lavorato nel settore minerario, ricoprendo ruoli di responsabilità in diversi giacimenti sparsi tra Ghana, Congo e Zambia.

Circa cinque anni fa ha cambiato impiego assumendo l'importante incarico di direttore generale per il nord Africa di un'azienda che si occupa della realizzazione di mense per minatori e personale del settore. Nonostante i tanti anni di attività nel continente nero sono tantissime le persone che lo conoscevano. Da ragazzo ha lavorato nell'azienda del padre, che si occupava di infissi industriali. Sino a qualche anno fa tornava spesso a Clusone, dove vive la sua famiglia, con il padre Felice Simonetti, la madre Luigina Trussardi, il fratello Luca e la sorella Daniela. Nel settembre del '98 Manuele aveva sposato una ragazza di Edimburgo, da cui ha avuto 2 figli: Joshua di 4 anni e Mattiew di un anno e mezzo. Dal matrimonio è tornato meno frequentemente a casa dai genitori. La sua nuova famiglia si è infatti stabilizzata in Scozia. Moglie e figli però lo seguivano spesso nelle sue trasferte lavorative in Africa.

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