E' morto Ilario Testa
guidò la Dalmine e la Sacbo

All'età di 85 anni è morto oggi all'ospedale di Trento Ilario Testa, uno tra i personaggi di maggior spicco della società e dell'imprenditoria bergamasca, manager capace e lungimirante, per lunghi anni al vertice della «Dalmine» e della Sacbo, nonché presidente di Humanitas Gavazzeni e vicepresidente della «Miro Radici Finance».

All'età di 85 anni è morto oggi pomeriggio all'ospedale di Trento Ilario Testa uno tra i personaggi di maggior spicco della società e dell'imprenditoria bergamasca, manager capace e lungimirante, per lunghi anni al vertice della «Dalmine» e della Sacbo (la società di gestione dell'aeroporto di Orio), nonché - tra le molte cariche ricoperte - presidente di Humanitas Gavazzeni e vicepresidente della «Miro Radici Finance». E' stato anche consigliere comunale e candidato a sindaco di Bergamo.

Testa è deceduto mercoledì 28 luglio all'ospedale di Trento, dove era stato ricoverato in seguito ad un ictus che lo aveva colpito mentre si trovava in vacanza a Madonna di Campiglio con i familiari. Il suo cammino personale e professionale ha avuto inizio all'estero, in Argentina, con Agostino Rocca («Dalmine»), dove ha trascorso venti indimenticabili anni tra il 1961 e il 1980 e dove vivono i suoi due figli con le rispettive famiglie.

Nato a Dalmine nel 1925, la sua attività lavorativa - come ebbe a ricordare in occasione della laurea honoris causa in Ingegneria gestionale conferitagli nel 2006 dall'Università degli Studi di Bergamo - iniziò nel 1939, a soli 14 anni, in qualità di impiegato dell'ufficio vendite della «Dalmine», alla vigilia dell'ultimo conflitto bellico, sempre ricordato per il terribile bombardamento aereo subito dallo stabilimento il 6 luglio del 1944.  «Mai avrei pensato - disse in quella occasione - che, da quel primo gradino, mi sarei ritrovato, quarant'anni dopo, a ricoprire la carica di Amministratore Delegato».

«L'immagine che mi ha accompagnato nel corso della vita - aggiunse - è quella di mio padre, impegnato per 47 anni ai laminatoi della "Dalmine" e che ha avuto l'opportunità di conoscere sul lavoro Agostino Rocca, allora giovane ingegnere, l'uomo che, con il fratello Enrico, mi ha poi preso per mano conducendomi paternamente durante la mia formazione sul lavoro. Il destino, particolarmente benevolo nei confronti della mia persona, mi ha legato alla figura di Agostino Rocca, già amministratore delegato della "Dalmine" e poi fondatore del "Gruppo Techint", che a partire dal febbraio 1946 si stabilì in Argentina, terra della nuova frontiera, dove già tanti italiani emigrati, coesi con la cultura locale, avevano contribuito a cucire il tessuto socioeconomico fornendo un impulso notevole in tutti i settori».

Nel 1946 fu trasferito nella sede milanese della «Dalmine» con il compito di realizzare e gestire l'ufficio esportazione. L'anno seguente entrò nell'organizzazione del «Gruppo Techint», che nel frattempo aveva ottenuto l'incarico di costruire, con tubi di produzione Dalmine, un gasdotto di oltre mille chilometri dalla Patagonia a Buenos Aires

Nel 1961, dopo alcuni anni di esperienza nella gestione della società «Safau» di Udine che fabbricava acciaio per lo stabilimento di Campana, si trasferì a Buenos Aires, quale Amministratore Delegato della «Dalmine Argentina» assumendo, progressivamente, ulteriori incarichi nel «Gruppo Techint», quali: responsabile di tutto il settore siderurgico, componente il comitato esecutivo, membro del board della Holding finanziaria, diventando così uno dei principali e il più stretto tra i collaboratori di Agostino Rocca.

Nel luglio 1980 gli venne offerta dai vertici Iri-Finsider la gestione della «Dalmine Italiana» in qualità di amministratore delegato, e la contestuale presenza nei consigli di amministrazione di diverse società controllate da Finsider.

Nel 1993 accettò la proposta fattagli dall'allora sindaco di Bergamo, anche a nome di altri illustri cittadini, di collaborare allo sviluppo dell'Aeroporto di Orio al Serio. Una infrastruttura che dal 1975 attendeva di assumere una funzione primaria nel quadro del sistema di mobilità territoriale della Lombardia, fino a svolgere un'azione di supporto operativo e logistico alla realtà produttiva e sociale della Bergamasca. E dall'ingresso di Testa, che assunse la presidenza fino al 2008, Orio al Serio decollò portando il nome di Bergamo nel mondo e aprendo nuovi orizzonti sia per il mondo lavorativo che turistico.

Dal luglio 2004 Ilario Testa era anche presidente delle Cliniche Humanitas Gavazzeni di Bergamo.

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