L'addio a Camillo Paganoni:
«Ci hai fatto vedere l'invisibile»

Un esempio di rettitudine, un modello cui fare riferimento per orientarsi verso la giusta direzione in mezzo alle burrasche che la vita ci chiama quotidianamente ad affrontare. Il ricordo dell'animo nobile e illuminato di Camillo Paganoni è stato il filo conduttore dell'ultimo saluto tributatogli nella Chiesa di Santa Grata Inter Vites, in Borgo Canale, dove giovedì pomeriggio si è raccolta una folla commossa proveniente da ogni angolo della provincia.

Il rito funebre è stato presieduto da don Romano Alessio, parroco di Borgo Canale, e concelebrato da molti altri sacerdoti, tra cui don Michele Falabretti, assistente del Csi (di cui Paganoni è stato presidente) e don Ferdinando Colombo, che con Paganoni ha condiviso molto dell'impegno del medico bergamasco in terra africana, ripercorrendone le tappe fondamentali e ricordando episodi di intensa umanità.

Anche Giusi Norbis Cavalleri, tra le fondatrice del Movimento per la vita, ha voluto ricordare non soltanto l'esempio di rettitudine lasciato da Camillo Paganoni, ma anche l'instancabile impegno politico che l'ha animato per lunghi anni. Le grandi doti umane del professor Paganoni sono state ricordate anche dall'arcivescovo Loris Francesco Capovilla in un messaggio rivolto alla famiglia e letto nel corso dei funerali.

Commuovente il saluto della figlia, Cristina: «Non solo sei stato un padre e un oculista eccellente, ma ci hai fatto anche il regalo più grande, quello della Fede, dandoci gli occhiali per vedere l'invisibile».

Al termine del rito funebre - cui ha preso parte, in rappresentanza del sindaco e della città l'assessore Alessio Saltarelli, con il Gonfalone listato a lutto -, il feretro di Camillo Paganoni è stato tumulato nel cimitero monumentale di viale Pirovano.

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