Macconi su Fini: «Cupidigia distuttiva
Mi dissocio anche da Tremaglia»

Il vicecoordinatore provinciale del PdL di Bergamo Pietro Macconi interviene sulla vicenda Fini-Berlusconi, dopo l'intervento del presidente della Camera che nella giornata di venerdì 30 luglio ha rotto il silenzio replicando al premier davanti ai giornalisti che ha convocato all'Hotel Minerva, a Roma. «Ovviamente non darò le dimissioni - ha detto Fini dopo che la presidenza del Pdl lo ha "sfiduciato" nel suo ruolo di leader di Montecitorio - perché il presidente della Camera deve garantire il parlamento e non la maggioranza che lo ha eletto».

Secondo Macconi, che interviene sulla questione, «si sta consumando una vicenda politica che per Fini non ha mai avuto un autentico inizio o almeno un inizio vissuto con sincera condivisione e si sta consumando nella maniera peggiore per tutti. La vicenda Fini è stata per tutti coloro che l'hanno vissuta da vicino e con passione politica un disastro! Il prodigio della destra italiana non è stato capace che di distruggere, prima il Msi poi An ed infine il Pdl».

E Macconi continua: «Mi augurerei che questa cupidigia distruttiva avesse finalmente fine, ma non sarà purtroppo cosi: si sosterrà e altri lo sosterranno per compiere il compito in cui riesce meglio, distruggere! Non ha tuttavia demolito solo organizzazioni partitiche, ma ancor peggio ha tentato e tenta di demolire un patrimonio ideale che non e solo della destra, ma della cultura nazionale per sposare posizioni nichiliste, relativiste paludate da questioni morali ridotte ormai alla sola correttezza od onesta amministrativa che rimane comunque un pre-requisito necessario per chiunque dentro e fuori la politica . Per inciso, nessun partito è immune da peccato, ed a tale proposito varrebbe la pena prendere esempio dalla Chiesa Cattolica che sta affrontando al suo interno questioni rilevanti con decisione, rigore e giustizia».

E poi ancora: «Molta parte della gente di destra aveva già da tempo scisso le sue sorti da Fini ed attendeva solo l'occasione di rendere evidenti queste sue decisioni. Oggi questo è accaduto! Io mi annovero, a ragion veduta, tra queste persone in ragione della mia provenienza politica ed in ragione del ruolo che ho ricoperto e che ricopro come co-coordinatore provinciale di quel Pdl in cui il già citato Fini ci ha condotto. Lo faccio, sul piano locale, anche in contrapposizione all'on Tremaglia che ha scelto la parte di Fini per testimoniare l'arbitrarietà e la illegittimità di un azione politica condotta al di fuori degli schemi e degli ideali che sono stati la ragione che ci tenuto uniti nel tempo. La fedeltà alle persone è data dal permanere delle ragioni della loro unione. Oggi quasi più nulla di comune ci unisce per cui mi sento legittimamente slegato da ogni solidarietà passata. Certo, questa situazione mette a rischio le prospettive future del governo e dello stesso partito del Pdl, ma in questo contesto ritengo che la compagine politica che abbiamo cosi malamente costruito rimanga comunque l'unica realtà nazionale in grado di affrontare la complessa realtà che ci sovrasta».

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