Studenti di Clusone esclusi dal Fantoni
«È tutta colpa della riforma»

L'Istituto scolastico superiore «Fantoni» ha escluso sei ragazzi clusonesi che avevano fatto domanda di iscrizione alla scuola. Una decisione che è andata di traverso ai genitori che si sono visti respingere i figli (troppi per l'unica classe di ragioneria attivata all'istituto di villa Barbarigo), provocando addirittura l'intervento del sindaco Paolo Olini e dell'assessore all'Istruzione Antonella Luzzana. Il problema nasce a marzo quando, al momento delle preiscrizioni, 37 ragazzi manifestano la volontà di iscriversi alla classe prima dell'istituto tecnico a settore economico (l'ex ragioneria).

La cifra è infatti inconciliabile con i criteri stabiliti dal ministero, che fissa il numero di studenti in aula da un minimo di 27 a un massimo di 30 o poco più (31 quelli accettati dal «Fantoni»). Al momento – per quanto fosse già evidente che alcuni studenti si sarebbero dovuti rivolgere altrove – nessuno fa nulla perché, spiega il dirigente scolastico del «Fantoni» Antonio Savoldelli «la situazione era ancora poco chiara: non si sapeva se il numero delle preiscrizioni sarebbe stato confermato a giugno né quale scuola costituisse un'alternativa, dal momento che tutte erano nella stessa situazione. Gli iscritti sarebbero anche potuti aumentare fino a formare una seconda classe, risolvendo così tutti i problemi». Così non avviene e tutti i 37 (troppi per una sola classe, pochi per formarne due) rinnovano la loro volontà di iscriversi al «Fantoni». Resta solo da stabilire chi debba traslocare, andando a bussare alle altre due alternative possibili (dove nel frattempo erano state attivate altrettante ragionerie): l'«Ivan Piana» di Lovere e il «Romero» di Albino. In casi come questi la normativa prevede che sia il Consiglio d'istituto a stabilire i criteri di accettazione.

Lo fa anche quello del «Fantoni» che ne individua tre: la precedenza va agli alunni diversamente abili (o con fratelli e sorelle in condizioni analoghe già frequentanti la scuola), a quanti non hanno un'alternativa analoga rispetto al luogo di residenza (in pratica un principio di vicinanza chilometrica rispetto a una scuola con lo stesso corso di studi) e, in subordine ai primi due, un terzo criterio che prevede il sorteggio fra i non ammessi. Il metodo, applicato ai 37 iscritti, dà esiti paradossali, al punto che il sorteggio per stabilire i sei esclusi viene fatto tra i dieci studenti residenti a Clusone, in quanto la distanza Clusone-Lovere (16 chilometri circa) non solo è inferiore a quella fra Lovere e i paesi di provenienza degli altri candidati, ma è addirittura minore rispetto a quanto questi paesi distino da Albino (l'altra ragioneria presente in zona). Insomma, in un modo o nell'altro, tocca ai clusonesi andarsene, in nome di sacrifici diffusi e, per quanto possibile, equilibrati fra gli abitanti della zona.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 31 luglio

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