Malati affetti da demenza
Assistenza in casa per le famiglie

Trecentomila sono gli euro del «Fondo nazionale per la non autosufficienza» erogati dalla Regione Lombardia per sostenere il progetto sperimentale «Voucher demenza» promosso dall'Asl di Bergamo di cui potranno beneficiare circa duecento famiglie di pazienti affetti da demenza. Il progetto da realizzare tra questo mese e il prossimo dicembre prevede un proseguimento nell'anno 2011 con uno stanziamento di fondi pari al doppio della cifra attuale. In tutta la provincia sono circa 5/6.000 le persone affette da Alzheimer, malattia degenerativa che colpisce la memoria e le funzioni mentali e può portare a confusione e disorientamento spazio-temporale.

L'aspetto innovativo del progetto «Voucher demenza» consiste nel fatto che l'intervento di tipo psico-educativo è rivolto a chi si prende cura del malato, il care-giver. Il familiare che per la prima volta deve affrontare questo tipo di malattia ha bisogno di indicazioni concrete che gli verranno fornite da un operatore sanitario, ma anche di un sostegno psicologico per comprendere come rapportarsi alla persona cara. Dopo una valutazione iniziale dell'infermiere dei bisogni del paziente e dello psicologo delle necessità della famiglia viene redatto, in accordo con la famiglia, un piano di intervento. Si prevede l'erogazione di due voucher consecutivi (ogni voucher corrisponde a un mese) ripetibili a distanza di 4 mesi con altri 2 voucher (il numero degli interventi dell'operatore per ogni voucher può variare a seconda di ogni situazione).

Quali sono i requisiti per ottenere questo servizio? «Possono accedere al voucher i pazienti con diagnosi di demenza certificata e con una situazione familiare di difficoltà nella gestione del malato demente. La verifica dei criteri viene svolta dal Centro per l'assistenza domiciliare, a cui deve giungere la relazione dell'assistente sociale del comune di residenza, la relazione sanitaria del medico del paziente, correlata dalla certificazione specialistica.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 4 agosto

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