Saldi, affari per 52 milioni di euro
Ma molti non possono permetterseli

Le famiglie di Bergamo spenderanno circa 52 milioni di euro per i saldi estivi. A Milano si spenderà complessivamente più di 90 milioni, 44 milioni spenderanno le famiglie di Brescia, i monzesi e i brianzoli 32 milioni, le famiglie di Varese 36 e quelle delle altre province lombarde 87 milioni di Euro. I Bergamaschi si dimostrano i più interessati agli acquisti (56%) e sono anche coloro che, insieme alle famiglie di Varese, spendono mediamente di più (193 e 196 euro a famiglia).

È quanto emerge dalla indagine «Le famiglie brianzole e lombarde, i saldi e l'estate», realizzata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, in collaborazione con DigiCamere e Ref. Secondo la ricerca, i lombardi quest'estate spenderanno circa 350 milioni di euro per i saldi estivi, circa 50 milioni di euro in più rispetto alla scorsa estate, comprando capi di abbigliamento e calzature scontate in città o nelle località di villeggiatura dove si trovano a trascorre le vacanze. Circa la metà delle famiglie lombarde è interessata agli acquisti di capi di abbigliamento e calzature in saldo, per una spesa media a famiglia di 183 euro, quasi 20 euro in più rispetto alla scorsa estate, segno che l'interesse per i capi in saldo non conosce crisi.

Anche se aumentano coloro che non possono permettersi di spendere (passando dal 32% dell'estate 2009 al 41%) e diminuisce chi può acquistare senza attendere i saldi (scende al 12% dal 20%). E con la crisi anche i ricchi «saldano»: i capi in saldo interessano circa la metà delle famiglie ad alto reddito che spendono mediamente a famiglia quasi 210 euro per abbigliamento e calzature scontati, anche se 1 su 4 non aspetta i saldi per fare acquisti.

Mentre tra i nuclei familiari a basso reddito 1 su 2 non acquista neppure ai saldi. Tra i lombardi, i giovani sono i più interessati ai capi scontati, per una spesa media di 203 euro. Per motivazioni di carattere economico, gli anziani sono i meno interessati: il 65% non compra con i saldi.

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