Ex detenuti diventano tirocinanti
L'Asl pensa al reinserimento

Per sostenere i carcerati che si avviano al termine della detenzione ed evitare la recidività, sono stati attivati, tra Bergamo e provincia, 23 tirocini che hanno l'obiettivo di inserire lavorativamente le persone sottoposte a provvedimenti giudiziari che possono godere di benefici di legge. Le esperienze rientrano nel Piano di inclusione sociale, finanziato dalla Regione Lombardia.

I tirocinanti, tutti adulti vicini alla conclusione della detenzione o in pena alternativa che hanno chiesto esplicitamente di far parte dell'iniziativa, lavorano dallo scorso gennaio in cooperative o aziende con uno stage della durata di 6 mesi, retribuito grazie a Borse lavoro e, quindi, senza gravare sull'azienda. Oltre ai 23 utenti già inseriti, ce ne sono altri 12 attualmente in lista d'attesa per uno stage.

La proposta che arriva dall'Asl è di farsi carico di parte di essi: «Dal nostro territorio nasce la forte esigenza di reperire nuovi posti per quei detenuti che vorrebbero essere inseriti lavorativamente – spiega Massimo Giupponi, direttore sociale dell'Asl di Bergamo –. L'Asl si rende disponibile offrendo la possibilità di fare uno stage nella nostra azienda. Siamo tutti consapevoli che una persona fragile per il proprio passato difficile, se con un lavoro e inserita nella società, ha più possibilità di riscattarsi dai propri sbagli e costruirsi una nuova vita. A beneficio di tutti, perché l'ex carcerato che ha scontato la sua condanna esprime una volontà di riscatto sociale che, se colta dalla società civile, comporta meno recidive e la delinquenza cala».

Le iniziative di inclusione sociale e lavorativa sono anche sostenute dal Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci di Bergamo: «I Comuni e gli Ambiti territoriali sono sempre stati soggetti capofila nel sostegno all'associazione "Carcere e Territorio" per i progetti di reinserimento sociale, lavorativo e abitativo con un finanziamento attivo da circa 10 anni e pari nell'ultimo anno a 80mila euro l'anno - ha aggiunto Leonio Callioni, presidente del Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci -. In programma anche un secondo progetto: fare in modo che venga inserita sistematicamente, e non sporadicamente come accade oggi, negli appalti pubblici una clausola per destinare una percentuale dei posti di lavoro a soggetti fragili. Sarebbe un grande passo avanti intermini di sicurezza e coesione sociale».

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