Visite fiscali, boom di controlli
Enti: mancano i soldi per pagarle

È la doppia faccia delle visite fiscali. Da un lato c'è lo «stop ai fannulloni» negli enti pubblici, quello tanto sperato con la legge varata dal ministro Brunetta alla fine del 2008 (che prevede, tra l'altro, l'obbligatorietà della richiesta della visita fiscale da parte degli enti pubblici sin dal primo giorno di malattia del dipendente), dall'altro un «rimpallo» dei costi, lievitati in maniera esponenziale per pagare i medici che vanno a effettuare le visite, e che molti enti pubblici non sono in grado di sostenere.

Costi che ora l'Asl di Bergamo, forte anche di una recente sentenza della Corte Costituzionale, non intende più tamponare con propri fondi che, spiegano dall'Azienda sanitaria locale, potrebbero essere destinati appunto ai servizi socio assistenziali.

Prova ne è il fatto che è in via di spedizione da parte dell'Asl di Bergamo una missiva ufficiale in cui si ricorda a tutti gli enti pubblici di città e provincia che in tema di accertamenti di malattia dei propri dipendenti, e vista l'obbligatorietà per legge della richiesta della visita sin dal primo giorno di assenza del lavoratore, i costi di queste verifiche sono a carico dell'ente pubblico che le richiede, assimilato in questo caso a un ente privato.

L'Asl, soprattutto, nell'anno 2009 si è trovata a dover fronteggiare spese per visite fiscali non pagate da enti pubblici richiedenti, per parecchie centinaia di migliaia di euro.

Leggi tutti i dettagli su L'Eco di Bergamo del 20 agosto

© RIPRODUZIONE RISERVATA