Assunzione della Vergine Maria «Una solennità che riflette la vita»

«Carissimi, la solennità dell’Assunta riflette la vita quotidiana, perché ci ricorda il traguardo di ogni esistenza. La dimenticanza di questo traguardo crea l’odierno disorientamento, ma anche la noia che colpisce soprattutto i giovani, che così bruciano la loro vita. Cresce la conoscenza dell’uomo, ma nella nostra agenda viene cancellato chi è l’uomo. Sono necessari volti come Maria, con uno sguardo di compassione, stima e speranza per tutti». Ieri, solennità dell’Assunzione di Maria, il vescovo Roberto Amadei ha presieduto una concelebrazione eucaristica nella basilica di Santa Maria Maggiore. Erano presenti oltre trecento persone.

«La solennità dell’Assunta è la festa della nostra speranza - ha esordito il vescovo all’omelia -. Maria di Nazareth, creatura come tutti noi, partecipa nella totalità della sua persona della stessa vita di Dio. È il traguardo promesso dal Signore a ogni uomo. Guardando all’Assunta, contempliamo l’inaudita ricchezza di ogni persona, chiamata alla stupenda comunione con il Padre e con l’uomo. Maria è beata perché ha creduto al Signore, si è fidata totalmente di Dio, accettando di lasciarsi guidare dalla sua Parola e dalle sue promesse». Maria si reca in visita alla cugina Elisabetta, portando in seno il Figlio di Dio. «Però - ha proseguito monsignor Amadei -, come spiegarlo a Giuseppe e agli altri? Nel "Magnificat", Maria dice che Dio ha guardato l’umiltà della sua serva e ha innalzato gli umili. Le basta questo, perché è la missione che Dio le ha affidato. Maria si è sempre fidata di Dio, anche quando vede il Figlio morire sulla croce. Chiediamo a Maria Assunta di aiutarci a seguirla sulla strada della fede che l’ha portata alla pienezza della vita. Ci aiuti a ricordare che il Signore è sempre fedele e fonte eterna di vita e fraternità universale. Queste promesse sono già divenute attuali in Gesù Cristo».

L’Assunta ci ricorda l’immenso valore di ogni vita. «C’è il bene, ma anche il male e le difficoltà - ha aggiunto il vescovo -. Però, non siamo soli, perché il Signore è sempre presente e ci assicura la vittoria finale se accettiamo la sua alleanza. Oggi, si dice che la vita è nostra, ma dimentichiamo che ci viene regalata da Dio attraverso i genitori. Il Signore ha deciso di essere totalmente per noi, anche se non può far nulla senza di noi. Diamo sempre colpa agli altri, ma del nostro no a Dio risponderemo personalmente. Come credenti dobbiamo comprendere che la vera vita sta nel condividere gli atteggiamenti di Dio verso noi, cioè amore, fratellanza, accoglienza e misericordia. Solitamente ci preoccupiamo di ciò che non abbiamo, come la salute, l’avere, l’apparire. Chiediamoci: ci preoccupiamo di fare nostri gli atteggiamenti di Dio? Eppure la vera vita è viverli nella storia di ogni giorno. Ci si salva nel presente e nel futuro portando al vertice il Signore e l’impegno a essere più attenti ai bisogni degli altri, per trasmettere il volto ospitante di Dio».

(16/08/2004)

© RIPRODUZIONE RISERVATA