Locatelli (Rifondazione): «La politica della schedatura di massa di Maroni fomenta la violenza»

«A quanto pare la Lega, più che essere alla testa di milioni di legionari padani pronti a marciare su Roma a difesa del governo Berlusconi di cui fa parte, è oggi al centro di durissime contestazioni per le assurde politiche di repressione e di schedatura portate avanti dal Ministro degli Interni Maroni». È questo il duro commento, di impronta prettamente politica, di Ezio Locatelli, segretario provinciale di Rifondazione Comunista a Bergamo e membro della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista, a seguito degli episodi di Alzano Lombardo.

«La rivolta - continua Locatelli -, come si sa è degenerata in scontri e atti inconsulti. Non per questo rinunciamo a dire a chiare lettere della nostra ferma contrarietà a forme di schedatura di massa e di business che nulla hanno a che fare con sacrosante ragioni di sicurezza negli stadi. Non è assolutamente nostra intenzione avvallare forme di violenza che, sia detto, ancora una volta trovano alimento nelle deliranti dichiarazioni di Calderoli. Ciò che deve essere chiaro è che i ministri e gli esponenti della Lega Nord, più volte protagonisti di espressioni violente, non hanno nessuna credibilità per recriminare. A loro, totalmente incapaci di politiche atte a coniugare diritti e sicurezza sociale, rimane solo che agitare la politica della repressione e del manganello nonché, in un circolo vizioso, di fomentare malessere ed esasperazione. Una politica che siamo chiamati tutti a respingere con forme di mobilitazione ampia e pacifica togliendo a Maroni qualsiasi pretesto per fare della repressione a buon mercato».

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