«Ero in fin di vita e sono rinato
Così ora andrò a Medjugorie»

Albino Bassi ha 57 anni è sposato con la signora Delia Del Bello, insieme hanno una figlia di nome Rosa, e oggi festeggia il primo compleanno di una nuova vita. Il 5 settembre di un anno fa infatti, mentre stava recuperando dei grossi tronchi di legna con i suoi due fratelli e il genero nella sua cascina, in località Poserre, sopra Vigano, venne colpito da un albero.

Per le gravissime lesioni riportate rimase otto giorni in coma, 42 in ospedale e dovette subire quattro interventi chirurgici alla testa. I medici lo davano per spacciato e spiegano la sua guarigione come «il frutto di una serie di coincidenze fortuite». Lui invece parla di miracolo e si sta preparando per un pellegrinaggio a Medjugorie. «Stavo tagliando una grossa quercia - racconta l'uomo -, mi trovavo in un leggero dirupo con la motosega, gli altri a monte avevano legato l'albero a una carrucola per recuperarlo. Ricordo di aver appoggiato la motosega a terra e poi ho avvertito una botta fortissima alla testa. Mi sono rialzato per qualche secondo, ho visto il sangue sui vestiti, ho vomitato e poi non ricordo più nulla».

La pianta si era sganciata dalle funi e aveva colpito l'uomo. I suoi familiari chiamarono il 118, arrivò l'elisoccorso. «Alla cascina sono arrivata poco dopo - ricorda la moglie -, mio marito è stato intubato e condotto all'ospedale Borgo di Trento di Verona. Secondo il dottor Giorgio Ravenna, medico del reparto di Neurochirurgia, le possibilità di salvarlo erano pochissime».

«Aveva un grosso ematoma cerebrale e migliaia di minuscoli grumi di sangue nel cervello. Con mia figlia abbiamo pregato davanti alla statua della Madonna di Medjugorie che era nella cappella dell'ospedale. L'operazione è andata bene, Albino è rimasto in coma otto giorni e, al suo risveglio, i medici temevano per la sua memoria. Invece non ha avuto alcun problema, ma ha dovuto affrontare altre due operazioni complicate agli Ospedali Riuniti di Bergamo».

Dopo l'intervento d'emergenza per fermare l'emorragia e quello maxillo-facciale all'ospedale di Verona, a Bergamo Albino ne ha subìto un altro alla scatola cranica, dove i medici gli hanno inserito una placca. Infine l'ultimo, all'orecchio sinistro, per ricostruirgli il timpano.

«Il dottor Ravenna mi ha salvato la vita - sorride Bassi -. Quando vado alle visite di controllo mi dice sempre che non avrebbe scommesso un centesimo sulla mia sopravvivenza. I medici non sanno spiegare scientificamente la mia guarigione. Sono un uomo di fede e credo nei miracoli. Con mia moglie stiamo organizzandoci per il pellegrinaggio a Medjugorie. Mia figlia Rosa, mentre ero in sala operatoria, ha chiesto alla Madonna di salvarmi la vita. In cambio, si sarebbe aperta all'idea di avere un altro figlio. Il bambino è nato il 21 luglio scorso e si chiama Nicolò».

Bassi ora sta bene. Ha perso l'uso dell'occhio sinistro, ogni tanto ha dei dolori alla testa e al collo, ma è pieno di gioia: «Mi sento rinato, un uomo nuovo. Potevo essere morto, invece sono qui e riesco addirittura ad andare per funghi, la mia passione preferita. Non smetterò mai di ringraziare la Madonna per la grazia che mi ha fatto».
 Giovanni Merla

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