«Aiuto, fermate quei lavori
Se iniziano, rischio di morire»

Una richiesta d'aiuto per una situazione più unica che rara. È quella che ha lanciato Marinella Oberti, 52 anni, invalida al 100 per 100, affetta da 36 della sindrome da sensibilità chimica multipla, una malattia rara che le è stata riconosciuta dalla Corte d'Appello di Brescia dopo lunghe lotte giudiziarie.

L'Mcs, come è meglio nota questa malattia, costringe Marinella a vivere chiusa in casa e a rispettare una serie di accorgimenti nella vita quotidiana, come bonificare l'abitazione, evitando assolutamente di venire a contatto con delle sostanze chimiche. «L'Mcs non mi permette di vivere perché colpisce tutto il corpo – racconta –. Se vengo a contatto con sostanze chimiche, le conseguenze sono varie: dallo svenimento, al vomito, sdoppiamento della vista, perdita della sensibilità delle gambe e così via».

Ma la sua richiesta d'aiuto giunge oggi perché nel condominio dove vive, nel quartiere di Boccaleone, dovrebbero partire i lavori di ristrutturazione che comporterebbero per lei seri problemi di salute. «Contro la delibera condominiale ho ottenuto la sospensiva di un anno, fino al 31 agosto 2010, dal momento in cui questi lavori avrebbero messo in serio pericolo la mia vita – spiega Oberti –. In questi giorni mi è stata recapitata una raccomandata che mi comunica l'inizio dei lavori. Nel provvedimento del giudice mi sono state date due possibilità: o rimanere a casa, adottando tutte le precauzioni come usare per i lavori dei materiali ecologici, troppo costosi per le mie possibilità economiche, o trasferirmi per il periodo necessario, senza tener conto però che per decontaminare l'abitazione dai materiali impiegati nella ristrutturazione occorrono fino a 10-15 anni».

La signora Oberti si è rivolta al Comune per cercare un'abitazione compatibile con la sua patologia. «Mi hanno fatto vedere tre case nell'ultima settimana e altre due prima – continua –, ma non sono adatte alla mia malattia perché troppo nuove (e quindi con le polveri ancora nell'aria, ndr) o vicine a una pompa di benzina o a un'antenna di telefonia mobile. A questo punto devo scegliere se, durante i lavori, rimanere nel mio appartamento con il rischio di morire o andare a vivere in auto. Io e mio marito siamo allo stremo».

Leonio Callioni, assessore alle Politiche sociali, conferma: «Per cercare una soluzione stanno lavorando Comune, già dai tempi del sindaco Bruni, Caritas e l'Asl per gli aspetti sanitari. Da parte mia ho setacciato tutti gli appartamenti Aler e chiesto anche alla Fondazione Azzanelli Cedrelli Celati, che ha alcuni appartamenti. Si sta facendo tutto il possibile anche se è molto difficile. Ho un grandissimo rispetto per la signora Oberti perché posso capire la situazione in cui vive. Il Comune, però, non ha la possibilità di intervenire con un'ordinanza per fermare i lavori perché risulterebbe illegittima». Non è invece stato possibile parlare con l'amministratore della palazzina.

Raffaele Avagliano

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