Via Quarenghi: qui si vive
anche in cinque in una stanza

La realtà supera sempre il «sentito dire». Da quanto tempo si racconta che in via Quarenghi ci sono situazioni di alloggio al limite del sopportabile, che vivono immigrati stipati come topi in case fatiscenti, che il confine del decoro e della convivenza civile sono già stati abbondantemente superati e che urge un «recupero» del quartiere?

Per documentare il degrado (tanto) e i tentativi di restyling (nulli, per quanto si può toccare con mano) basta scendere in strada, e andare a suonare ai campanelli dei tanti condomini della via. Ad agosto, nella calura dei giorni di ferie, via Quarenghi somigliava più a una strada africana o maghrebina: gli italiani che vi passano sono pochi.

Qualcuno accetta di aprire casa sua. In alcune non ci sono neppure le finestre, e l'unica presa d'aria è la porta d'ingresso: l'inquilina racconta che ci vivono in cinque, e due sono i miei bambini. In altri, ancora più piccoli ci abitano sei cinesi.

Affitto? Seicento euro al mese, anche se va tutto a pezzi. In molti condomini succede di tutto: di notte schiamazzi, droga e prostituzione.

L'Eco di Bergamo di venerdì 17 settembre racconta il risultato del «miniviaggio» in via Quarenghi, riportato con qualche accorgimento: nomi e nazionalità modificati, per tutelare chi ha aperto la porta; omessi i nomi dei proprietari degli appartamenti e di quanti riscuotono gli affitti esosi, proprio per evitare a chi in certe stamberghe ci abita di ritrovarsi vittima di qualche ritorsione o protesta.

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