Caccia, scambia l'amico
per un fagiano e gli spara

Apertura regolare in Bergamasca per la stagione venatoria 2010-2011, che chiuderà il 31 gennaio prossimo. L'episodio più curioso, fortunatamente non grave, arriva dal confine fra la Bergamasca e il Bresciano: qui un uomo di 64 anni è stato ferito durante la prima battuta di caccia. È stato raggiunto al volto da dei pallini sparati da un suo amico.

L'incidente è avvenuto a Pudiano, una frazione di Orzinuovi, nella Bassa Bresciana al confine con le province di Bergamo e Cremona. Il cacciatore è stato portato in ospedale per essere medicato. Chi ha sparato ha 66 anni e, riferendo dell'accaduto, ha detto: «Sembrava proprio una femmina di fagiano, invece era la testa del mio amico». Entrambi i cacciatori coinvolti nell'incidente abitano nel Bresciano.

In Italia sono 900 mila gli appassionati che possono riprendere la doppietta, ma rispettando le novità introdotte dalla legge 157. Tra le modifiche previste a livello comunitario, la possibilità per le Regioni di estendere il calendario ai primi dieci giorni di febbraio e ridurlo a gennaio.

Introdotto anche il divieto di sparare ad alcune specie in certi periodi dell'anno. In due fasi invece la stagione di caccia al cinghiale. Intanto sono oltre 100 mila le firme raccolte per abolire quella che gli animalisti definiscono «la barbara pratica della caccia».

Il ministro al Turismo, Michela Brambilla, assicura una modifica alla normativa, giudicando, per esempio, inammissibile che si possa sparare fino a 100 metri di distanza dalle abitazioni, fabbriche ed edifici adibiti a luoghi di lavoro. «Noi - dice - vogliamo interrompere questo scempio. Via le doppiette dai fondi privati».

In Bergamasca, dopo una preapertura di due settimane limitata a tortora, merlo e cornacchie nera e grigia, la stagione si chiuderà il 31 gennaio. Sono più di tredicimila gli appassionati nella nostra provincia di Bergamo: fra loro a tenere banco è più che altro la scia di polemiche provocata dallo stop alla caccia in deroga.

Nei giorni scorsi il Consiglio regionale, su proposta dell'Italia dei valori e con voto segreto, ha infatti approvato una pregiudiziale che ha di fatto bloccato la discussione sulle deroghe. Nulla di fatto, quindi, per la dibattutissima norma che a partire dal 1° ottobre avrebbe dovuto consentire il prelievo di alcune specie protette: pispola, frosone, peppola, fringuello e storno.

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