Vita da pendolari, tra ritardi e treni persi
«Ma dove sono finiti i politici?»

Poche carrozze e fatiscenti, tempi di percorrenza uguali a cinquant'anni fa e, addirittura, sadismo ferroviario. per in pendola questo è troppo. A raccontare la vita da pendolare ferroviario è Gianluigi Mologni, storico pendolare orobico. 
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«Pazienza che si viaggi spesso con sole cinque carrozze anziché le otto previste, che si viaggi su carrozze fatiscenti, sporche e sbrindellate; che l'aria condizionata in otto casi su dieci non funzioni e si fanno saune allucinanti anche quando fuori la temperatura è gradevole, che i tempi di percorrenza dei treni diretti delle ore di punta siano quelli di cinquant'anni fa e più elevati rispetto a vent'anni fa senza raddoppi e quadruplicamenti. Pazienza su tutto, ma che venga introdotto addirittura il sadismo ferroviario è davvero troppo: dopo aver eliminato i proseguimenti da e per Brescia , quasi ogni mattino i colleghi che provengono dalla linea Brescia col treno che dovrebbe arrivare alle 7.13 si vedono sfilare il treno delle 7.16 per Milano, che spesso chiude le porte mentre si aprono le altre». A raccontare la vita da pendolare ferroviario e a riassumere in poche righe gli oramai storici problemi dei treni bergamaschi è Gianluigi Mologni, storico viaggiatore orobico che conosce molto bene il mondo delle ferrovie.

«Che poi lo stesso treno rimanga fermo al bivio Treviglio dai 3 agli 8 minuti ogni giorno ad aspettare di immettersi sulla linea Treviglio Milano è un particolare che non interessa a nessuno - continua Mologni in una lettera che ha inviato al nsotro sito web -. Come non interessa a nessuno che gli sventurati che hanno perso il "riscontro" debbano utilizzare il treno delle 7.32 che è il più lento della giornata arrivando al lavoro con almeno mezz'ora di ritardo sistematicamente».

E la stessa situazione si ripropone la sera: «Quando basta un ritardo di pochi minuti del treno delle 18.10 affinchè i "Dirigenti Movimento" con sommo sprezzo del buon senso pensino bene di accodare un treno pieno di viaggiatori ad una navetta Treviglio- Bergamo che viaggia completamente vuota, costringendo così un migliaio di persone a sostare ripetutamente in aperta campagna e ad accumulare ulteriori ritardi, rischiando spesso di perdere il "riscontro" delle 7.07 (altri 40 minuti di ritardo)».

«Voi vi chiederete perché fanno queste cose un po' "insensate"? - continua la lettera -. La risposta è una sola: perché con il contratto di servizio stipulato con la virtuosa Regione Lombardia per i ritardi si pagano le penali, indipendentemente dall'entità del ritardo e dal numero di passeggeri coinvolti. Ergo è più conveniente far arrivare in ritardo consistente un solo treno (anche se strapieno) che con minor ritardo due treni (di cui uno vuoto). Chissà dove sono finiti i vari assessori regionali, consiglieri e sindaci che si stracciavano le vesti? Vuoi vedere che riappariranno solo per propinarci tagli nei servizi e consistenti aumenti tariffari?».

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