È morto Ezio Foppa Pedretti
Con il legno ha creato un impero

È morto nella notte tra lunedì 27 e martedì 28 settembre, nelle cliniche Humanitas Gavazzeni dove era ricoverato da alcuni giorni, Ezio Foppa Pedretti, il fondatore della prestigiosa azienda di Grumello del Monte. Aveva 83 anni. Dalla mattinata di martedì è stata allestita la camera mortuaria nella sua abitazione a Telgate, in piazza Vittorio Veneto. I funerali saranno celebrati giovedì alle 15 nella chiesa parrocchiale del paese.

Ezio Foppa Pedretti, Cavaliere del Lavoro e Grande ufficiale al merito dal 2005 («Per me questa giornata - disse il giorno che ricevette il riconoscimento - è il coronamento dei sacrifici di una vita»), da una passione per i giocattoli in legno ha creato un'azienda, nata a Telgate nel 1945, e diventata famosa in tutta Italia e in tutto il mondo per il suo uso del legno anche in settori dove non veniva mai utilizzato (ricordiamo i seggioloni e i lettini).

Ezio Foppa Pedretti lascia quattro figli - l'assessore al Commercio del Comune di Bergamo Enrica, Pinangela, Annamaria e Gianluigi -, i sei nipoti Letizia, Serena, Eleonora, Bianca, Beatrice e Federico e la bisnipote Matilde ai quali era legatissimo e con i quali amava trascorrere il suo tempo libero. A nche per questo l'imprenditore bergamasco nel 2005 era stato anche insignito del riconoscimento «Nonno dell'anno», concorso indetto da «ll Giornalino», il settimanale per ragazzi dei Periodici San Paolo, in collaborazione con Gardaland, Raisat, Banco Popolare di Verona e Novara e Nintendo. Un premio che lo aveva reso molto felice: «Sono molto onorato di essere stato scelto come rappresentante dei nonni italiani - aveva dichiarato in quell'occasione -, soprattutto perché, essendo nonno e avendo sei nipoti, cinque femmine e un maschietto, credo di aver abbastanza esperienza in questo campo. Ripeto spesso ai miei nipoti di non dimenticarsi mai dei loro nonni perché si può imparare molto dall'esperienza dei più anziani».

La fortuna della Foppapedretti come azienda è coincisa anche con l'esplosione del volley femminile a Bergamo che, con la storica sponsorizzazione, ha dettato legge in campo nazionale e internazionale. Fino all'ultimo Ezio Foppa Pedretti è stato un gran tifoso della sua squadra di cui era presidete onorario e quando poteva seguiva le partite, incitando le ragazze. Legatissimo a Ezio Foppa Pedretti la storica giocatrice Francesca Piccinini che dopo ogni gara lo andava a salutare.

Ezio Foppa Pedretti, fin quando lo hanno sostenuto le forze, è sempre rimasto vicino all'azienda, considerata come una casa. Chi lo conosce racconta che, anche anche negli ultimi tempi, quando la salute glielo permetteva, faceva sempre visita alla sede di Grumello del Monte per informarsi su tutte le novità e su come procedeva il lavoro. Un lavoro, il suo, ma soprattutto una passione, tanto che in azienda i suoi dipendenti erano soliti chiamarlo «Geppetto». Proprio come il personaggio di Collodi, il giovane Ezio Foppa Pedretti era molto abile nell'intagliarlo e modellarlo a piacere. «Si appartava per costruire straordinari carrettini che avevano ruote di tutolo adeguatamente tagliate con un coltello e fissate ad un altro tutolo più grosso, con chiodi che permettevano loro di girare» si legge in un libro dedicato all'imprenditore. E a Telgate c'era anche la fabbrica dello zio Luigi, produzione di manici d'ombrello: «Con quelli difettosi costruiva dei surreali mezzi di locomozione trainati da strane cavalcature, con straordinarie criniere di arricciati trucioli e code della stessa materia».

Sembrava però che la vita lo avesse condotto su una strada diversa e dopo aver completato gli studi all'Istituto tecnico industriale il giovane Foppa Pedretti trovò lavoro alla Fervet. Il 6 luglio 1944, giorno del bombardamento di Dalmine, l'azienda sospende però la produzione ed Ezio con alcuni compagni di lavoro va a Dalmine dove, di fronte alla disperazione delle macerie, decide di seguire i suoi sogni. Anche la tragica scomparsa del fratello Giuseppe - affondato nel 1943 in Grecia da una nave inglese - lo convince che la vita è una sola e che va giocata fino in fondo. Vuole lavorare il legno e a 17 anni chiede allo zio Luigi di poter utilizzare le sue macchine la sera, dopo l'uscita degli operai: nascono così i primi giocattoli.

Il primo rivenditore ufficiale è la «Polarola» di Telgate, negozio di frutta, verdura e pollame, poi tocca ai mercati di Palosco e Palazzolo: nel 1945 nasce la «Fabbrica giocattoli dei fratello Ezio e Tito Foppa Pedretti». Ora in quell'azienda lavorano, con i generi, i figli Pinangela (moglie di Luciano Bonetti, attuale amministratore delegato della società), Enrica, Annamaria e Gianluigi che stanno portando avanti la tradizione di famiglia di una ditta che è diventata una potenza nei settori dell'infanzia, dell'arredamento e dei prodotti in legno, con proposte sempre più all'avanguardia.

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