Berlusconi, diffamazione a Di Pietro
Ancora rinviata l'udienza preliminare

Al tribunale di Bergamo l'udienza preliminare che vede il premier Silvio Berlusconi indagato per diffamazione dopo essere stato denunciato da Antonio Di Pietro, leader dell'Idv, ha subito l'ennesimo rinvio e la nuova data è stata fissata per il 23 novembre. Attesa per sapere le motivazioni del rinvio.

Ricordiamo che nello scorso giugno la giunta alle autorizzazioni a procedere della Camera aveva detto no al processo per diffamazione contro Berlusconi, querelato da Di Pietro dopo le insinuazioni sulla presunta laurea falsa dell'ex pm che il premier aveva fatto durante la trasmissione televisiva «Porta a porta» (il leader dell'Italia dei Valori è residente a Curno e si presume che abbia visto lì il programma, per questo il fascicolo è stato istruito dalla Procura di Bergamo).

Berlusconi, aveva stabilito la Giunta con i voti della maggioranza, aveva parlato da deputato e dunque il caso rientrava fra quelli dell'insindacabilità prevista dall'articolo 68 della Costituzione per le affermazioni dei parlamentari nell'esercizio delle loro funzioni. 

A spedire il fascicolo bergamasco alla Giunta per le autorizzazioni era stato nei mesi scorsi il gup Patrizia Ingrascì su sollecitazione del difensore del premier, l'avvocato Piersilvio Cipolotti (foro di Padova, studio Niccolò Ghedini) che aveva sollevato la questione di insindacabilità in udienza.

La vicenda vede Di Pietro parte offesa: a diffamarlo, secondo la contestazione, sarebbe stato il Cavaliere, che aveva sostenuto dubbi sull'autenticità della laurea del leader dell'Italia dei valori. Le dichiarazioni erano state rese durante la puntata di «Porta a Porta» del 10 aprile 2008, davanti a un Bruno Vespa che aveva preso le distanze da quanto il capo del governo diceva.

Berlusconi, riferendosi a Di Pietro, gli aveva dato dell'«emerito bugiardo», che «non ha nemmeno la laurea valida». Di più: facendo riferimento al concorso per entrare in magistratura sostenuto dal «signor Di Pietro», aveva dichiarato che «non ha mai presentato il diploma originale di laurea. Ha sempre presentato dei certificati, che tra l'altro sono diversi l'uno dall'altro, sia per il voto di un esame, sia per quanto riguarda la data dell'esame». E aveva aggiunto: «La sua (di Di Pietro, ndr) è una cosiddetta laurea dei Servizi (segreti, ndr), che i Servizi hanno chiesto ai professori dell'Università, nessuno dei quali si ricorda di Di Pietro».

Alla prima udienza, nell'aprile del 2009, la difesa del premier aveva sollevato la questione del lodo Alfano, poi bocciato dalla Consulta.

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