I traumatizzati cranici
inaugurano l'orto sociale

Si chiama «Riseminiamoci la vita» e più che un nome si tratta di un invito. È l'orto di 600 metri quadrati che circa un anno fa l'Associazione amici traumatizzati cranici (Aatc) ha voluto dissodare, zappare e coltivare e che ora inizia a dare i suoi frutti.

Sul piano umano, soprattutto, visto che l'orto sociale è nato con lo scopo di garantire una terapia occupazionale ai traumatizzati e alle loro famiglie che nell'orto si incontrano, si parlano, si scambiano esperienze, sofferenze ed emozioni nella logica dell'auto mutuo aiuto per riseminare la vita dopo un evento tragico.

«L'evento traumatico, improvviso e imprevedibile, ha il potere di riversarsi sul nucleo familiare in modo da sconvolgerlo in molti suoi aspetti, costringendolo a cambiamenti radicali e per tutta la vita - sottolinea Paola Dellera, presidente dell'associazione -. Da genitori è emersa la difficoltà di dare un senso alle giornate dei ragazzi traumatizzati cranici, che hanno a disposizione molte ore libere, inventando qualcosa di positivo e gratificante».

«Una mamma nostra associata ha messo a disposizione circa 600 metri quadrati di terreno coltivabile ed è nato così l'orto, dal motto "Riseminiamoci la vita": un'attività che lo scopo di terapia occupazionale e di confronto con i ragazzi, un luogo di incontro e confronto tra i genitori, un posto per stare insieme».

«Il Consiglio dei Sindaci, nonostante sia un organo di rappresentanza dei 244 Comuni della Bergamasca, è attento a promuovere e sostenere le tante iniziative autogestite dai cittadini - dichiara Leonio Callioni, presidente del Consiglio dei Sindaci di Bergamo -. L'attività fervente dell'associazionismo deve essere vista come un elemento di novità nella nuova concezione di welfare, abituato in passato ad appoggiarsi a una logica assistenzialista e che invece oggi tende a riscattarsi da questa posizione e ad agire in modo autonomo».

L'assessore alle Politiche sociali e salute della Provincia di Bergamo, Domenico Belloli, sottolinea che la realtà inaugurata rappresenta sicuramente una risposta a quelle problematiche psicologiche ed emotive che insorgono in circostanze conseguenti ad un trauma cranico encefalico e che inevitabilmente si ripercuotono su famigliari e parenti.

Una proposta, quella della gestione di un orto ad opera dei volontari dell'Aatc, che potrebbe diventare parte integrante del percorso riabilitativo dei pazienti colpiti da grave cerebro lesione, particolarmente attento non solo al recupero fisico, ma anche ai risvolti psicologici.

L'associazione parteciperà il prossimo 6 ottobre al Tavolo provinciale per la grave cerebrolesione che, negli anni passati, ha giocato un ruolo chiave nell'individuazione di strategie e strumenti per questa problematica.

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