Grassobbio, storia di un alpino
«Un nazista mi salvò la vita»

Ci sono storie che, a sentirle raccontare, viene da domandarsi come mai siano rimaste sempre sotto traccia. Una di queste è quella di Alessandro Passetti, 88 anni, di Grassobbio. La sua storia, in paese, è conosciuta, perché Passetti la raccontava nelle scuole. Però non è mai uscita da questa stretta cerchia.

Nessuno ha pensato di mettere per scritto la sua testimonianza e ora che lui, con i suoi 88 anni, inizia ad avvertire il peso di quei ricordi e le lacrime sgorgano con più facilità.

La sua storia di alpino in guerra - che racconta di come fu salvato dal lager da un tedesco che voleva ricambiargli il favore - inizia davanti a un ponte sul fronte francese, durante la seconda guerra mondiale.

«C'era un ufficiale tedesco e mi gridava di andare avanti; io ero il primo del drappello che trasportava munizioni, ma non potevo proseguire, perché una signora tratteneva per le briglie il mio cavallo impedendo di avanzare sul ponte. Il tedesco urlava, imprecava, minacciava. Io spronavo il cavallo, ma quello non andava avanti. E mentre accadeva ciò, il ponte, davanti a noi è esploso. Se avessi proseguito saremmo morti tutti».

Dopo il fatto il tedesco rimase colpito da quella che forse, intuisce, non è una semplice coincidenza. Interroga il militare italiano, gli chiede che cosa gli impediva di avanzare: «Gli dissi che una signora vestita di bianco aveva fermato il cavallo alle briglie, e che secondo me era la Madonna», ricorda Passetti. «Tornati al campo l'ufficiale tedesco volle conoscere la religione cattolica e in seguito fu battezzato».

Tutta la storia, che passa anche dall'Africa prima di arrivare alla terribile esperienza del lager, è su L'Eco di Bergamo del 5 ottobre

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