Slitta ancora lo svincolo di Dalmine
L'Italia dei valori interpella il governo

«Il nuovo svincolo di Dalmine è una infrastruttura strategica per diverse questioni come il decongestionamento del traffico o il miglioramento della viabilità nei quartieri di Sforzatica, Brembo e Mariano, oltre a consentire l'attuazione di un nuovo e più efficace piano della viabilità, in fase di stesura, per limitare il traffico sull'ex statale 525». Ecco, perché la decisione di Autostrade per l'Italia Spa e Anas di stralciare la realizzazione di questo intervento in attesa della realizzazione della Pedemontana, non va giù ai deputati dell'Italia dei valori, Gabriele Cimadoro e Sergio Piffari, che hanno interrogato il Governo affinché si impegni a sollecitare il completamento di un'opera attesa da troppo tempo.

Basti pensare che è dal dicembre 1997 che lo svincolo di Dalmine rientra tra gli interventi da realizzare da parte di Autostrade per l'Italia Spa, Anas, Ministero delle infrastrutture ed enti locali. Nel 2005 pareva ormai imminente la realizzazione dello spostamento del casello autostradale di Dalmine, che ha inciso molto sulla progettazione e sui costi dell'infrastruttura a causa del parziale interramento del livello stradale in corrispondenza dell'abitato di Dalmine necessario per il collegamento della nuova strada tangenziale all'A4. Ma le cose sono andate diversamente: ad oggi il sottopasso della 525, anche se completato, è inutilizzabile in uscita ed entrata dall'autostrada a causa del mancato spostamento del casello. «Gli enti locali si sono impegnati facendo la loro parte e spendendo considerevoli risorse per creare una rete di infrastrutture idonee a supportare gli impegni assunti con e anche da Autostrade per l'Italia spa e Anas. Oggi, però, una decisione unilaterale di queste ultime, stralcia la realizzazione di questo intervento in attesa della realizzazione della Pedemontana Lombarda», ha spiegato il coordinatore regionale IdV Piffari. «Comprendo bene che sussistono interventi di più immediata realizzazione – ha concluso Cimadoro –, ma ciò non giustifica né Autostrade né Anas e tantomeno il Governo a venir meno a impegni già ampiamente disattesi».

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